Una piccola étoile cadente
E' iniziata la parabola discendente di colei che, per una serie di circostanze fortunate, è riuscita ad assurgere a lidi politici mai immaginabili. Dai vertici europei a quelli regionali e nazionali del PD e allo scranno più alto della Regione fvg. Una carriera fulminante bruciando tutte le tappe con una velocità strabiliante alla speedy gonzales! I militanti del PD la seguivano numerosissimi, inneggiando al nuovo che avanzava e gli elettori la votavano a piene mani diventando famosissima per aver battuto con le sue 140 mila preferenze, persino Berlusconi. E si', erano i tempi di un fulgido splendore della étoile emergente. Nulla sembrava poter bloccare il suo inarrestabile successo. Tutti erano al suo cospetto pronti ed obbedienti a dare esecuzione ai suoi desideri. Di più, emergeva chiaramente un clima di sottomissione, tutti servili per ingraziarsi l'imperatrice. Guai a coloro che si opponevano alle sue volontà anche solo proponendo, timidamente, qualche discussione democratica. La parola d'ordine era obbedire tacendo, eseguendo rapidamente gli ordini ricevuti.
Ma, come sovente accade, quando si vuole stringere troppi impegni, qualcosa si deve trascurare, e il primo a cadere fu il partito di appartenenza del quale era stata segretario regionale. E quando lo era, capo indiscusso del PD regionale, voleva ci fosse sempre il primato del partito che doveva prevalere sugli organi istituzionali, in primis i Consiglieri regionali. Le iniziative non si contavano da numerose che erano con i circoli che le facevano paggetti, pronti a svolgere azioni a difesa della Segretaria qualora qualcuno si fosse permesso di dissentire. Agli incontri assembleari delle feste dell'unità il popolo democratico accorso numeroso, applaudiva fino a spellarsi le mani quando la Segretaria redarguiva con qualche epiteto esaustivo, il Consigliere regionale di turno che esprimeva dissenso al suo agire politico. Oggi, possiamo dire come siano oramai lontani quei tempi anche se sono passati solo pochi anni.
Tutto è cambiato o molto è mutato. Il troppo potere concentrato nelle sue mani comincia a barcollare e la sua immagine di stella nascente sta piano piano affievolendosi come un fiore senz'acqua. Il governo regionale da lei guidato scricchiola per riforme imbastite frettolosamente, pasticciate così tanto da far sentire tutti gli effetti negativi come quelle della sanità e delle autonomie locali. Non passa giornata che le proteste si facciano sentire sempre più forti e argomentate da parte degli operatori dei comparti interessati.
La gente continua a mormorare e a lamentarsi per la carenza di taluni servizi fondamentali per la salute e i sindaci toccano con mano le difficoltà ad amministrare per la mancanza di strumenti adeguati che la Regione continua a non dare mentre quelli che da, sono assolutamente inadeguati. Ma non sono solo costoro a lamentarsi, ci sono pure gli iscritti al PD e i loro dirigenti locali che non credendo più alle capacità salvifiche della loro leader, stanno recitando il mea culpa per averci creduto. Oramai il territorio dove opera il PD sembra essere diventato una giungla dove gli attacchi all'arma bianca sono all'ordine del giorno. E nonostante il tentativo di nascondere dissapori, dissidenze e baruffe interne emerge con assoluta chiarezza che in molti non vogliono più essere obbedienti perché hanno capito che essere supini significa perdere non solo dignità ma anche l'opportunità di essere protagonisti di una nuova strategia che consenta di ricostruire. Sono stati procurati tanti danni da chi, pensando di sapere, non è riuscita a fare alcunché per i nostri territori pensando più ad apparire, girovagando qua e la nelle numerose emittenti televisive.
Addì, 19 febbraio 2016