Hanno ucciso il decentramento
L'attuale governo regionale è riuscito a compiere un vero “capolavoro” con la riforma delle autonomie locali che, com'è noto, ha previsto, tra l'altro, la nascita delle Uti nonché la soppressione delle Province intervenuta, prima in Italia, con un'apposita norma Costituzionale approvata dal Parlamento di Roma, grazie alla perspicacia della Presidente della Regione Fvg.
Eh si, perché l'imperativo politico del governo regionale non è tanto quello di entrare nel merito delle questioni che vengono affrontate come le autonomie locali e le Province bensì mettere l'etichetta di “riforma” su tutto, a prescindere. Ed è sotto gli occhi dei tanti amministratori locali direttamente interessati ma anche di cittadini quanto sta accadendo che non è proprio in linea con gli interessi delle comunità amministrate. Infatti, oltre alle baruffe ancora in atto tra molti Sindaci e la Regione, si sta assistendo a una vera e propria situazione di grande confusione che non prelude a nulla di buono.
Con la soppressione delle Province e, giova rammentare, solo qui da noi con, oltretutto, il rischio che tutte le altre potrebbero rimanere ancora in vita nel resto d'Italia qualora al referendum vincessero i No, è iniziato il trasferimento di centinaia di dipendenti provinciali alla Regione con le relative competenze e funzioni. Il risultato è prima di tutto l'evidente cambio di rotta che vedeva l'obiettivo di fare della Regione un soggetto molto snello impegnato solo a legiferare, programmare e dare indirizzi alle autonomie locali. E invece no, con la scelta politica fatta dalla Presidente si è ritornati ai tempi di “marco caco” quando la Regione faceva di tutto e di più. Per esemplificare, ora tornerà a dispensare contributi di ogni genere e varie autorizzazioni ambientali, etc, etc.. Il risultato è che ci sarà un appesantimento della struttura operativa regionale, un aumento dei costi e con un forte rallentamento di tutte le procedure. E, nell'attesa che qualcosa cominci a muoversi per la gestione delle competenze riattribuite alla Regione, il personale provinciale già trasferito è disorientato non certo per sua colpa, ma perché ancora non gli sono state attribuite le funzioni e vive una situazione organizzativa precaria che riguarda anche i dipendenti regionali.
Insomma, grazie a queste lungimiranti “riforme” i tempi del decentramento per fornire risposte più rapide, efficaci ed efficienti ai cittadini, sono stati definitivamente archiviati con buona pace di tutti.
Questi sono i risultati del cosiddetto nuovismo!