La sanità della nostra Regione vive, al pari di molti altri suoi assessorati, una stagione di grande disagio e precarietà sulle prospettive future.
Alcune altre aree trovano sfogo in un dibattito che in parte consente al cittadino di orientare il proprio giudizio sulle scelte fatte dalla Regione.
È il caso della riforma degli Enti Locali per la quale parecchi Sindaci, quelli non piegati all’esecutivo, sono in grado di segnalare le difficoltà e lo svilimento delle autonomie, vanto di questa Regione, con prospettive anche tecniche di dubbia efficacia e di una disarmante superficialità.
Purtroppo, a differenza degli amministratori locali, la sanità non ha altrettanta possibilità di dare voce e far conoscere il progressivo degrado originato da una riforma “caotica” che induce i territori ad una lotta fratricida per la paura che, in mancanza di chiarezza sulle prospettive future, vengano, di sottobanco, privati degli attuali servizi oggi offerti ai propri cittadini.
Questa situazione sta spingendo alcune comunità a resistenze, talvolta “irrazionali”, proprio per la mancanza di una guida autorevole, trasparente e responsabile da parte della Regione.
L’indeterminatezza delle scelte e la mancanza di motivazioni ragionate e palesi, induce a pensare che le decisioni, più che assunte consapevolmente dalle istituzioni quali la Regione o l’Università per la parte che gli compete, siano spinte da “personaggi” che si annidano all’interno di queste istituzioni, che pur non rappresentandole ufficialmente, lavorano per perpetuare “rendite” ideologiche, culturali, se non talvolta personali, contrarie ad una vera riforma che tenga conto del mutato contesto sanitario, organizzativo ed economico.
Svendere la sanità a pochi gruppi di interesse non ha portato bene né alla sanità né a chi governa.
Basta parlare “a voce bassa” con gli operatori sanitari, di qualsiasi categoria, per capire la paura che hanno di esprimersi liberamente per non compromettere il proprio, peraltro prezioso, lavoro quotidiano.
Bisogna riaprire le finestre di una casa, la SANITA', che non appartiene a pochi “potentati” ma è la casa di tutti noi e … tutti noi abbiamo il diritto di abitarci dentro. Ricostruire non sarà facile: serviranno determinazione, cultura e passione. E bisognerà saper guardare alla Regione tutta: solo così anche i singoli territori saranno più forti.
Addì, 26 ottobre 2016