Un Pd dispotico
Oggi, il giornalista e vice direttore de Il Messaggero Veneto regionale, Giuseppe Ragogna, ha fatto una analisi realistica, quanto “spietata”, del Pd in Regione. Ha pure sostenuto che l'andamento del Pd a livello nazionale, che è simmetrico a quello locale, stante che la Presidente della Regione è anche vice Segretario nazionale Pd, contribuisce a causare ricadute fortemente negative sul il nostro territorio.
Il quadro complessivo regionale risulta dunque deludente proprio per le ragioni che più volte abbiamo denunciato con diverse newsletter da questo blog. Più passa il tempo, più ci si accorge che le scelte di riformismo a tutti i costi, portate avanti dal governo Serracchiani, hanno prodotto molte conflittualità che hanno provocato una profonda rottura del tessuto sociale e, ancor peggio, il de potenziamento della nostra Regione.
Ed è quanto doveva succedere atteso che il principale partito di governo non ha saputo imprimere una sua linea politica e strategia stante l'assenza assoluta di un progetto concreto e credibile per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. Purtroppo la dimostrazione palese che la Presidente della Regione sia legata mani e piedi alla politica renziana non ha fatto altro che produrre anche qui da noi, politiche dirigistiche mutuate dal livello nazionale. Il risultato è sotto gli occhi dei più, in particolare degli amministratori locali che, arrabbiatissimi, non hanno altra scelta che manifestare anche platealmente, pur di salvaguardare gli interessi dei loro cittadini, per non parlare poi delle politiche sanitarie che, com'è noto, hanno fatto emergere situazioni penalizzanti per tutti i portatori d'interesse. Tra non molto, con forza dirompente verranno a galla forti deficit finanziari che troveranno copertura con rilevanti tagli della stessa spesa sanitaria.
Insomma ci troviamo di fronte a un Pd regionale che segue riformismi vuoti o, peggio, pieni di difetti, che annulleranno gran parte delle competenze della nostra Regione in favore di un nuovo Stato accentratore, cancellando anni e anni di importante storia di autonomia e di specialità. Tutto ciò per sostenere la politica renziana nazionale che a tutti costi ricerca governabilità a scapito della rappresentanza allo scopo di avere un unico uomo al comando. Un Pd che continua la sua politica dirigistica relegando i Parlamentari, come già oggi accade, a illustri sconosciuti.
Addì, 30 ottobre 2016