Vota No per mantenere la Specialità Fvg
La riforma del Titolo quinto su cui andremo ad esprimere il nostro voto al referendum del 4 dicembre, tocca da vicino e in misura rilevantissima i cittadini del Friuli Venezia Giulia, una delle cinque regioni rette da uno Statuto di autonomia speciale, cioè costituzionale. Secondo alcuni la riforma non riguarderebbe il Friuli Venezia Giulia in quanto una norma transitoria prevede che essa non si applichi alle regioni speciali sino alla revisione dei loro Statuti. Si tratta però di un ragionamento e di una riserva solo formali. Infatti la riforma, se approvata, modificherà il quadro generale delle competenze dello Stato, che così si espandono, e quelle delle regioni (ordinarie) che invece si riducono di entità e quantità. La nuova Costituzione diventerà quindi il modello generale ed evidentemente unico. Del resto, lo stesso Statuto, pur speciale, della nostra Regione non ha la forza né la legittimazione per intervenire sui principi che definiscono e reggono l’assetto generale del Paese. Così dispone infatti l’art. 1 per il quale la Regione è costituita “entro l’unità della Repubblica...sulla base dei principi della Costituzione” che sono appunto quelli fissati dal riformato titolo quinto. Tutto ciò è vieppiù confermato dall’esperienza concreta maturata dopo il 2001 con l’evidente allineamento che si è registrato tra regioni speciali e ordinarie a seguito della riforma costituzionale di quell’anno, oltretutto in presenza di ben altre e più forti tutele, formalmente garantite, ma di fatto poi ignorate, a favore delle regioni speciali alle quali avrebbero dovuto applicarsi solo le norme di riforma più favorevoli. Infatti tale garanzia fu subito accantonata dalla giurisprudenza della Corte costituzionale la quale applicò alle une ed alle altre la supremazia del potere statale in materia di finanza pubblica in virtù del quale lo Stato è intervenuto su tutte le materie e situazioni, comprese quelle che avrebbero dovuto rimanere riservate alla competenza più ampia delle regioni speciali. Al quadro sin qui delineato va aggiunto un altro importante tassello: la riforma attribuisce esplicitamente al governo il potere di proporre in qualunque momento leggi che intervengano lì dove ciò sarebbe vietato, purché lo faccia invocando il superiore interesse nazionale. Si tratta certamente di un potere sempre esistito e per questo esercitabile anche nei confronti delle autonomie speciali. Quindi, votiamo No!
Addì, 06 novembre 2016