#votiamotuttiNO
Mancano solo alcuni giorni prima del voto sulla riforma Costituzionale. Si comprende come la campagna elettorale sia sempre più accesa e, a volte, i toni sono così forti che contribuiscono a spaccare sodalizi che erano legati da solidarietà e amicizie. È il risultato di una riforma voluta a tutti i costi, fatta in fretta e furia anziché ricercare soluzioni con ponderatezza, equilibrio e mediazione per ottenere un buon testo ampiamente condiviso e la pace sociale. E, invece, no, il governo in carica ha voluto accelerare premendo a dismisura con il risultato di esacerbare gli animi.
Vabbè, oramai quello che è in ballo è in ballo e non si può modificare ma la speranza è che con il voto del 4 dicembre si arrivi subito dopo, alla riappacificazione di un popolo che come già detto è fortemente diviso. Il Paese non può più aspettare politiche di sviluppo per investimenti che diano quel lavoro che manca a troppe persone sia giovani che non. Che ci sia una ripresa economica capace di ridare quella fiducia che è svanita nella maggior parte dei cittadini e delle imprese. Per quanto mi riguarda, l’auspicabile vittoria del No alla brutta riforma Costituzionale, riporterà speranza accompagnata da forme democratiche che diversamente verrebbero meno.
La ricerca della libertà con la realizzazione di una nuova legge elettorale, dopo aver cancellato quella pessima approvata dal Governo Renzi, che ridia agli elettori la facoltà di scegliersi con il voto i loro parlamentari per consentire agli eletti di essere davvero i rappresentanti del popolo. Oggi com’è noto non lo sono affatto, costretti a obbedire al “padrone” di turno, quasi incapaci di esprimere le proprie idee.
Con il prevalere del No, la riforma dello Stato che si farà, dovrà essere rispettosa dei bisogni della gente che chiede servizi efficienti, sburocratizzazione e rapidità delle decisioni ma anche con sistemi decentrati che consenta ai cittadini di controllare da vicino l’operato dei loro amministratori. Se, invece, dovesse prevalere il Si, il cittadino sarebbe lontano dalle istituzioni causa la volontà accentratrice prevista dalla riforma Costituzionale sottoposta al vaglio elettorale.
Quindi votare No il 4 dicembre, è garanzia di democrazia e libertà.
Addì, 30 novembre 2016