Gli effetti dell'arroganza
Le Uti sono l’argomento che ancor oggi fa discutere gli amministratori locali, sindaci in testa. La Regione con ostinatezza, e senza alternative, difende a spada tratta la scelta fatta nonostante si sia resa conto che nella pratica l’attuazione della cosiddetta riforma, non funziona come si vorrebbe. Continua il braccio di ferro tra la presidente, l’assessore e i sindaci “ribelli” (brutto termine coniato dalla maggioranza che denota arroganza) ma anche con parte di quelli del centro sinistra che rimango silenziosi per paura di incursioni della Regione che potrebbe penalizzarli sul versante finanziario.
Ciò nonostante, non mancano forti reazioni da parte di certi Comuni che impavidi e non curanti delle minacce della regione, escono dalle Uti per sottolineare la loro contrarietà alle imposizioni di riforme che non producono effetti positivi. Una situazione che nonostante sia diventata molto pesante, non fa demordere chi ha portato avanti questa riforma e che ora ammette di forzare la sua applicazione nonostante le molte contrarietà degli enti locali. L’arroganza della Regione emerge ancor di più quando accusa i Comuni di non essere stati capaci di organizzarsi. Di conseguenza non rimane che imporre ai Sindaci la nuova organizzazione territoriale e insegnare loro come si opera. Come dire che non essendo i Sindaci capaci di agire e non conoscendo il territorio vi provvederà la Regione a far loro da maestra.
Questo è il tempo della “nuova” politica che si è costretti a vivere che impone dall’alto senza l’accordo con i territori e che per definizione non ha mai funzionato. Vedremo che anche in questo caso, nulla di buono produrranno!
Addì, 08 gennaio 2017