DISASTRO SU DISASTRO
Più ci penso a quanto accaduto nel centro Italia a seguito del terremoto e delle fortissime nevicate di questi giorni, più sale in me la rabbia nel constatare che molto si sarebbe potuto evitare solo se ci fosse stata maggiore efficienza e, specialmente, miglior coordinamento da parte delle istituzioni in campo. E, invece, no, nulla di tutto ciò si è potuto vedere e si è capito chiaramente che ha primeggiato la superficialità e la disorganizzazione generale. Senza nulla togliere a coloro che sono intervenuti per affrontare la somma urgenza a partire dai vigili del fuoco, forze dell'ordine e volontari delle varie tipologie ivi compresi della protezione civile, non si può non denunciare che sono stati fatti troppi errori e che la catena di comando non ha funzionato come avrebbe dovuto.
Situazioni che hanno causato ritardi su ritardi come l'eccessivo tempo intercorso (ben 18 ore) perché la macchina dei soccorsi giungesse all'albergo sommerso dalla imponente frana, come pure la grave carenza di azioni di prevenzione sul territorio che sicuramente avrebbero potuto ridurre di molto i rischi e, specialmente, salvaguardato la popolazione. Ora, la mia rabbia aumenta ancor di più, nel sentire scuse insulse da parte dei responsabili che si aggrappano alla straordinarietà dell'emergenza. La verità è che l'emergenza sono proprio costoro per non aver saputo prevenire ciò che era prevedibile evacuando a tempo debito i cittadini interessati. Nulla o poco niente ha funzionato nell'emergenza abruzzese. Si è persino affermato che gli elicotteri non hanno potuto volare per problemi burocratici. Siamo veramente in una situazione caotica dove prevale pressapochismo e superficialità!
Eppure il sistema nazionale della protezione civile è stato un esempio di efficacia ed efficienza che ha dimostrato nel tempo di saper operare con grande capacità e professionalità. Ma poi con la modificazione della legge nazionale in materia le cose sono cambiate. È venuta meno la catena di comando che con chiarezza impartiva direttive precise per gl'interventi di prevenzione e somma urgenza e così facendo è venuta meno la sua capacità di essere incisiva. Non ha dato buoni risultati neanche la gestione centralizzata da parte del dipartimento della protezione civili del volontariato con l'esclusione delle regioni nella gestione paritaria delle emergenze minimizzando il loro ruolo. Quanto accaduto in Abruzzo ha dei responsabili. Una responsabilità dovuta anche alla modificazione delle normative del sistema di protezione civile a cui quanto prima bisognerà metter mano perché possa ritornare ad essere ciò che era: efficace ed efficiente.
E qui in Regione fvg si dovranno cambiare i vertici della protezione civile per riacquisire quella capacità operativa della protezione civile a suo tempo riconosciuta come capo fila di tutte le regioni in ambito nazionale e medaglia d'oro al valore.
Addì, 20 gennaio 2017