HA PERSO LA TESTA
Si fa un gran parlare di elezioni subito senza però tener conto del fatto che si rende assolutamente necessario fare una legge elettorale che armonizzi quella della camera a quella del senato. Ma nella realtà dei fatti si assiste a un gran vociare da parte di molti, a partire da Renzi che ha perso la testa dopo la cocente sconfitta referendaria, con cui si dice andiamo a votare immediatamente. E lo si fa senza minimamente considerare la grave situazione in cui versa il Paese sia sul piano economico sia in quello del lavoro (40% di disoccupazione giovanile) che richiede una immediata iniziativa del governo e del parlamento, ognuno per le proprie competenze, per fronteggiare le reali priorità della comunità, pena l’aggravarsi delle condizioni attuali.
Invece da un po di tempo non si sentono altro che parole legate agli interessi della politica che, ad esempio, mettono in luce come Renzi pensi più al suo destino personale e alla voglia di rivincita che ai problemi dell’Italia. Continuamente spinge per accaparrarsi tutti i posti di potere, pronto a immaginare la lista del suo partito alle prossime elezioni composta esclusivamente dai suoi fedeli, pronti ad obbedire ai suoi ordini. Non pensa minimamente a una legge elettorale che non solo si armonizzi come già detto a camera e senato, ma che ridia agli elettori la certezza di scegliersi i loro rappresentanti al parlamento. Non lo fa perché preferisce che i due terzi dei parlamentari siano ancora una volta nominati, non eletti, previa loro individuazione da parte dei partiti, Pd in testa.
Renzi ci spiegherà, un giorno o l’altro, com’è possibile conciliare il nome del partito democratico con un sistema elettorale che nomina i parlamentari, se non dà la libertà al cittadino di scegliersi il candidato che preferisce. La realtà dei fatti è che oramai regna il caos e che il centro sinistra come il centro destra hanno smesso di pensare al bene del Paese e dei suoi cittadini preferendo le solite, stantie baruffe interne per conquistare il controllo delle istituzioni senza minimamente pensare a progettare un futuro migliore. Tutto ciò causa una classe dirigente che lascia molto a desiderare sia sotto il profilo qualitativo che del buon senso.
Addì, 02 febbraio 2017