E' D'OBBLIGO RICOSTRUIRE
Da più di due lustri le condizioni della politica nelle istituzioni italiane sono profondamente cambiate per la comprovata incapacità di chi governa a essere credibili agli occhi dell’opinione pubblica.
Di fatto, l’attuale classe dirigente ha dimostrato di non svolgere con profitto un impegno concreto per mancanza di formazione, ideazione e progettualità. La loro iniziativa politica improntata su poche parole d’ordine quali rinnovamento, cambiamento, rilancio e rottamazione si è dimostrata effimera e dannosa. I risultati conseguiti dai nuovi governanti si sono stati inconcludenti come quello di Renzi durato quasi tre anni, che si è distinto per aver messo in atto propaganda e populismo a fini elettorali per di più utilizzando malamente le poche risorse finanziarie disponibili per spesa improduttiva.
Al di la delle dimissioni del Presidente del Consiglio Renzi per aver perso il referendum Costituzionale, si sono visti gli effetti dannosi provocati dalla sua politica superficiale, priva di prospettiva. Un risultato dato dalla pochezza di una classe dirigente non all’altezza.
Allo stato attuale quindi, non è più credibile addossare le responsabilità ai governi del passato la causa dello situazione economica attuale al fine evidente di nascondere le malefatte delle scelte del Governo questi ultimi tre anni anni. Perché è opportuno rammentare che il governo renziano non ha fatto proprio un bel niente per la spending review. fatti subito dopo il suo insediamento ha licenziato il commissario, Carlo Cottarelli allo scopo di avere mani libere per fare spesa incontrollata. Subito dopo ha approvato provvedimenti legislativi, approvati in fretta e furia, senza alcuna valutazione sulle ricadute che ne sarebbero conseguite, utilizzando a piene mani lo strumento del voto di fiducia.
Le conseguenze di questa politica insensata messa in atto dai rottamatori hanno provocato un ulteriore indebitamento di duecento miliardi. Soldi per politiche sul lavoro (jobs act e voucher) che si sono dimostrate dannose sul piano finanziario per non aver prodotto effetti positivi. Nessun intervento per favorire gli investimenti. L’unico modo che avrebbe consentito nuove entrate nelle casse dello Stato, attraverso la sistemazione del territorio per renderlo meno vulnerabile.
Ci troviamo davanti a una classe dirigente inadeguata e c’è da chiedersi il perché sia accaduto e come si possa cambiare questo stato delle cose. E’ fuori di ogni dubbio che venuta meno la funzione dei partiti ancora venti anni or sono per le ragioni storiche che conosciamo, non si è più fatta formazione politica e amministrativa e la conseguenza è sotto gli occhi di tutti. Il risultato è che il dibattito e il confronto politico si è impoverito ma nel contempo però, è aumentata la presunzione degli attuali nuovi politici e la espressione della loro palese prepotenza.
C’è da chiedersi, inoltre, come sia possibile cambiare il corso di questa situazione che è ormai comprovato, non aiuta il Paese. E’ ora necessario ricostruire il tessuto dirigenziale del Paese partendo da zero, senza il quale il declino economico, sociale e culturale a cui stiamo assistendo sarà irreversibile. Il tempo per tentare il recupero delle condizioni che hanno causato questa situazione non sarà breve e ci vorrà l’impegno delle migliori risorse umane ancora sono presenti nel Paese per poterlo fare. Solo così sarà possibile ripensare a un nuovo progetto di sviluppo con una nuova classe dirigente formata adeguatamente, pronta a ridare speranza per affrontare adeguatamente e con competenza il futuro.