STOP ALLA DEMAGOGIA
Il mese di agosto, con il silenzio di Matteo Renzi, ci aveva fatto ben sperare e aveva reso nuovamente guardabili i Tg 1 e 2. Poi, l’altro ieri, improvvisamente sono ricomparsi Renzi per attribuirsi tutti i meriti della ripresa da lui illustrata come uno storico riconoscimento delle sue riforme (il tempo è galantuomo, disse) e la Maria Elena Boschi al festival di Venezia e a una festa dell’Unità a pontificare con la sua solita sicumera su come stanno le cose.
Tra tutti che riconoscono che, per fortuna, una mini ripresa c’è, essi sono gli unici che nascondono che si tratta di poca cosa, che siamo i terzultimi per la ripresa in Europa ben dopo la Spagna e, guarda un po, la Grecia che, infine, la ripresina è tutta o quasi tutta dovuta al traino europeo e mondiale. Forse sarebbe stata maggiore senza le inutili riforme del governo Renzi e certamente lo sarebbe stata senza gli sperperi degli 80 euro e delle altre sue misure elettorali.
La prosopopea e la palese deviazione dalla realtà, ormai compresa e conosciuta da tutti compresi i giovani che continuano ad essere senza lavoro stabile ed i vecchi che hanno occupazione solo perché trattenuti dalla riforma Fornero, ricordano le paranoie per le manie di grandezza del fascismo, gli aerei e le mucche spostate da un posto all’altro per consentire al duce di vantarsi della nostra potenza militare ed economica.
Il punto è: potrà questa sciocca campagna irretire nuovamente il popolo come del resto è avvenuto all’inizio della ascesa di Renzi? Potranno essere fatte riforme serie, durature, utili alla rinascita del Paese e non a riempire di vanagloriose chiacchiere i telegiornali?
La gente competente sa che tutto passa dalla riforma fiscale per l’abbattimento della sua pressione, la più alta a fronte dei servizi che (non) ci sono resi. Tale riforma a sua volta passa per l’abbattimento, oltre che della burocrazia normativa, soprattutto della spesa pubblica, quella dei Ministeri e dei bonus elettorali, perché la spesa delle Regioni e dei Comuni è stata già taglieggiata dai reiterati tagli lineari dei governi Monti e seguenti ed ha significato meno sanità, meno assistenza, meno servizi al cittadino e meno risorse per gli investimenti pubblici stabili e produttivi.
Per ora, noi cittadini possiamo solo cambiare canale e telegiornale per non sorbirci le inguardabili esibizioni dei predetti personaggi che tornano a tormentarci o meglio infastidirci con mirabolanti auto incensazioni.
Ma se pur ci sono le altre reti televisive e telegiornali più intelligenti e credibili, ciò non basta per toglierci di torno questi saputelli e lasciare spazio a veri uomini di Stato.