E ADESSO ..... ?
E adesso che il Referendum per l’autonomia del Veneto e della Lombardia ha prodotto il risultato che conosciamo (rispettivamente il 40% e il 57%) che cosa succederà? Come si rapporteranno i rispettivi Governatori nei confronti dello Stato? La questione rimarrà circoscritta nell’ambito della richiesta di autonomia oppure il rischio di scivolare verso il l’indipendenza è quanto mai reale?
Allo stato attuale non è ancora dato sapere quale sia la reale strategia dei due Governatori, Zaia e Maroni. E’ evidente, inoltre, che questo referendum ha riportato alla ribalta con forza la questione del nord che da molto tempo rivendica più attenzione da parte del Governo nazionale sul versante delle risorse finanziarie e della tassazione assai penalizzante per il mondo produttivo dell’intero nord Italia.
Una questione, questa del referendum, che potrebbe portare con se molte insidie, anche pericolose, se non saranno chiariti i contorni e i particolari per un diverso e nuovo assetto istituzionale che, stante com’è stato politicamente improntato, non tiene conto dell’insieme del Paese. A meno che non ci sia dentro questo processo referendario la voglia di avviare un processo di accelerazione dell’atavico disegno della Lega nord, per raggiungere la secessione. Anche se Zaia ha ribadito a più riprese che si tratta di una questione ormai abbandonata da tempo dalla Lega, se il vero motivo fosse invece proprio quello proprio in ragione del fatto che chiede al Governo nazionale che il 90% delle entrate fiscali e tributarie rimangano nel Veneto, non ci sarebbe da meravigliarsi. Fatto sta che l’impostazione data, che oltremodo va contro il dettato Costituzionale perché le due Regioni non sono affatto autonome e speciali, porrà una situazione politica che genererà situazioni di fortissima conflittualità non solo tra lo Stato e le due regioni del Veneto e della Lombardia ma anche con le altre regioni.
Un condizione che potrebbe diventare pure pericolosa se non ci sarà qualcuno che rimette ordine politico e istituzionale per evitare condizioni di conflitto sociale. Ma, perché ci siano le condizioni per armonizzare il confronto, non bisognerà più sottovalutare l’argomento come invece ha fatto Matteo Renzi, Segretario nazionale del maggior partito che ha pure responsabilità di Governo.
Sbagliato sarebbe da parte di tutte le forze in campo perdere di vista il significato della cultura dell’autonomia ma anche di uno Stato che deve rappresentare gli interessi di tutte le istituzioni attraverso un disegno organico che tenga conto delle mutate condizioni sociali, economiche e culturali del Paese. Non cogliere l’assoluta necessità di riattivare un confronto e una mediazione che porti alla soluzione dei problemi, significherebbe acuire i focolai di probabile scontro sociale come abbiamo già visto in Catalonia.
E ora, vedremo presto quali saranno le vere mosse dei due Governatori ma vedremo anche quale sarà l’approccio del Governo nazionale che, non vorremmo, fosse improntato all’arroganza e alla prepotenza che nulla darebbero di positivo ma contribuirebbero solamente a creare condizioni non positive e fors’anche pericolose per i nostri cittadini.
Lì, 23 ottobre 2017