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Oggi a Napoli ci sarà la grande convention del Pd nazionale che dovrebbe spalancare le porte di Roma al volere della nostra Presidente della Regione Fvg. Ma, sarà così? Francamente, nutriamo seri dubbi!
Il perché è presto detto: Serracchiani doveva sciogliere le riserve nella tarda primavera, poi aveva assicurato che il mese di luglio sbocciava la decisione, ha ulteriormente rinviato a settembre il compito che sembrava essere invece definito in anticipo e, oggi, arrivati a fine ottobre siamo persuasi, ormai maliziosamente, che resteremo tutti quanti in una abituale sospensione perché non deciderà alcunché neanche in questa circostanza. Ci chiediamo tutti, come mai, a partire dal suo vice Presidente che, ad ogni piè sospinto, non nasconde la sua irritazione per la mancata decisione della regina.
Non decide in quanto dichiarando la sua predilezione per la via parlamentare, Serracchiani perderebbe, d’un sol colpo, quel poco potere che ancora le resta tra le dita. Quindi, è proprio in ragione di questo che il passo non si sta compiendo. Strano, pensa forse la Presidente che la classe politica regionale e i cittadini del Fvg non abbiano già capito da tempo quali siano le sue volontà? Pensa, con questi giochetti del continuo rinvio, di mantenere in auge quella sua oramai fioca luce di potere? Sbaglia ancora una volta la nostra Presidente! I nostri concittadini ammirano le persone coraggiose che dicono apertamente quel che pensano. Non intendono esser prese in giro a cinque sei mesi dalla conclusione della sua prima legislatura. Serracchiani ha il dovere d’informare i cittadini e non solo il Pd delle sue volontà, perché implicano il futuro di tutti.
Forse, immagina che sciogliendo le riserve a dicembre o magari all’inizio del prossimo anno farà un buon servizio a se stessa? Si sbaglia, perché la cosa nuocerà pure ai suoi legittimi desideri politici. Un suggerimento: lo dica subito e liberi le energie di questa nostra Regione da questo ingiustificato affaticamento che lei, con ostinata furbizia, invece, appassisce. Non si rende conto, inoltre, che alla luce di questa nuova legge elettorale, approvata con violenza dal Pd in Parlamento, scatenerà il più freddo cannibalismo all’interno del suo partito regionale.
Con questa nuova legge elettorale le truppe dei parlamentari friulani veneti e giuliani che rientrano da Roma, avranno limitati salvacondotti per ritornare nella Capitale e, alcuni, spingeranno per collocarli a Trieste; qualche Consigliere regionale che aspirava a scranni romani, sarà indotto a guerreggiare contro i suoi fratelli. Senza dimenticare poi i forzati rientri da Bruxelles che infoltiranno ulteriormente le difficoltà menzionate.
Quindi, Napoli, una parentesi inutile. C’è da augurarsi che dopo i Santi qualcuno si ravveda e sveltisca le pratiche sapendo già con certezza che i pidini regionali, tutti dei renziani, sono in attesa del ruggito del capo.
Lì, 28 ottobre 2017
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