Le elezioni della Sicilia hanno segnato un'altra grave sconfitta per il Pd di Matteo Renzi. Sconfitta che lo stesso Renzi e tutto il suo entourage sono costretti a riconoscere. Taluni seguono il silenzio mentre altri sostengono si tratti di un risultato ipotizzato.
Ma stride, benché non stupisca, il commento dei renziani, nell'incapacità di autocritica e con la spocchia di sempre, che attribuiscono colpe e responsabilità all'uno o all'altro, arrivando persino al Presidente del Senato, Pietro Grasso.
Ormai non sanno più distinguere rispetto, dignità e quella etica comportamentale che con il Pd renziano sembra non essere mai esistita.
Continuano ad attribuire i deludenti risultati del loro governo alla incapacità delle persone di capire i loro programmi, la loro azione di rinnovamento e di grande sviluppo. Come dire: “facciamo tanto ma è la gente non capisce!”
Non vogliono ammettere l'insuccesso della loro politica che dietro a sé lascia solo delusione e terra bruciata. E vogliamo aggiungere che, pur di salvarsi, attaccano persino le istituzioni compromettendo la stima e la fiducia degli altri Stati verso il nostro Paese che, al contrario, è sempre stata di grande valore e qualità.
È emerso, e più di qualcuno lo sostiene, che mancano di cultura politica, ma soprattutto di umiltà, di capacità di interpretare i bisogni della gente e di programmare il futuro con particolare attenzione alla cultura, allo sviluppo e soprattutto al progresso in un percorso di integrazione e collaborazione con gli altri Stati europei e del mondo.
Si continua la politica di Renzi, ambizioso nel suo essere, convinto delle sue capacità elargite solo con abbondanza di parole e nullità di fatti. Inutile ricordare che ha fatto il Presidente del Consiglio dei Ministri senza essere eletto dal popolo ma esclusivamente con la sua lesta capacità di sgambetto senza nessuna remora sia verso le persone che verso l'opportunità e il bene del Paese.
Mai l'Italia si è trovata così in basso e mai si sarebbe potuto ipotizzare una così ampia povertà con cui oggi il nostro Paese, con profonda tristezza, è costretto a fare i conti.
Problematiche serie a cui questo governo non ha mai dato un indirizzo di prospettiva ma ha quasi sempre agito come chi nasconde la polvere sotto il tappeto.
E, intanto, c'è sempre più gente che sta male e chi prima stava male ora sta peggio. Ecco perché balza agli occhi e sbalordisce un Renzi baldanzoso che non mette minimamente in discussione la sua posizione, le sue scelte, il suo contraddire e ostacolare che, come si è visto, non porta a nulla di buono.
Oramai riceve contestazioni a destra e a manca e anche intellettuali, giornalisti e uomini di pensiero non gli risparmiano le critiche e, ancor meno, l'insistenza di essere, di fare. A chi voglia imporsi, ormai non si capisce proprio, visto che sta perdendo sempre più pezzi di un Pd su cui da “dominus”, quale si ritiene, ha saputo solo frantumare fino al punto che il popolo della sinistra non riesce più a riconoscersi.
Non resta che la speranza che, finalmente, sappia mettersi da parte per lasciare il posto a chi la politica la conosce e la sa fare.