IL GIOCHETTO DELLE TRE CARTE
Oggi la Regione, attraverso un importante organo di stampa locale, ci comunica che con la soppressione delle provincie sono stati fatti importanti risparmi. È probabile che l'annuncio, comunicato dall'assessore preposto, voglia dimostrare la bontà della riforma del governo di centro sinistra, contrariamente ai molti detrattori Sindaci e amministratori locali che l'hanno contrastata con forza congiuntamente alla riforma delle UTI - Unità Territoriali Intercomunali.
Per chi ha un minimo di cognizione dei costi non si può non considerare che le due riforme in questione non possono ragionevolmente aver prodotto risparmi a meno che non si voglia fare giochetti algebrici o, meglio ancora, il giochetto delle tre carte.
Entrando nel merito, il personale delle provincie, trasferito alla Regione ha invero prodotto un aumento dei costi (circa 4 milioni annui in più) essendo state le loro retribuzioni parificare all'insù a quelle del personale regionale. Le competenze e funzioni delle provincie sono semplicemente ritornate alla Regione e quindi ciò che prima quest'ultima trasferiva loro come finanziamento ora rimane in Regione stessa. Ma, comunque, quei denari saranno utilizzati per investimenti dalla Regione stessa o demandati alle UTI per le medesime finalità. Quindi, non c'è proprio alcun risparmio! Proprio le UTI che hanno sostituito le Provincie, sono una ulteriore fonte di maggiore spesa, oltretutto in contraddizione con il dettato della legge istitutiva che invece prevederebbe quale filosofia fondamentale che le stesse producano forti risparmi (assumono nuovo personale, nominato ben 18 direttori generali e nuovi direttori di servizio dette posizioni organizzative).
Quindi, le affermazioni dell'assessore in carica sono espressioni con le quali confonde l'astratto con la realtà dei fatti che, appunto, non danno nessun risparmio.
I governanti della Regione non sapendo più come uscire dal tunnel in cui si sono cacciati cercano in tutti i modi di far vedere una realtà che francamente non esiste. Lo scandalo di quanto sta accadendo non sono i costi a cui si fa riferimento bensì la mancanza di un piano serio che a regime – quattro cinque anni - dica con chiarezza quali e quanti saranno i benefici delle riforme prodotte da Serracchiani e &. La verità è che, oggi, la riforma si è incagliata in una trattativa estenuante per decidere quali funzioni assegnare alle UTI e poi per le sessanta modifiche che alla legge a dimostrazione che la giunta regionale non ha mai avuto le idee chiare ma solo tanta confusione e pressappochismo.
Bisogna però riconoscere che l'assessore all'inizio del suo mandato aveva detto che le UTI non erano “aggregati obbligatori” ma poi, vista la sua proverbiale e riconosciuta “competenza” del settore, è stato costretto a ripiegare perché la Presidente Serracchiani ha voluto con forza imporre l'obbligatorietà. E, infine, l'ingenuità e/o l'arroganza della maggioranza di centro sinistra compreso il voto favorevole del candidato in pectore Bolzonello, ha voluto demandare a delibere di giunta tante parti attuative della norma compresa la mappatura dei confini delle UTI dando di fatto il via alla possibilità di ricorsi. E tutto ciò perché non hanno avuto il coraggio o la capacità di decidere in Consiglio regionale in sede di approvazione della legge.
E, adesso, dopo aver combinato questi guai, cercano di correre ai ripari raccontando la fiaba dell'orso!
Lì, 17 novembre 2017