L'OPPOSIZIONE CHE NON C'È
Si sono avviate le attività dei due Governi nazionale e ragionale del Fvg usciti vincenti dalle rispettive, recenti elezioni e hanno presentato le loro compagini governative con relativo programma alle rispettive assemblee ottenendo la fiducia. Una positiva conclusione che consegna al Paese e alla nostra Regione due governi con i numeri necessari per governare. Ora aspettiamo le azioni concrete in attuazione delle progettualità messe in campo nella convinzione che siano favorevoli allo sviluppo dei rispettivi territori. E speriamo che l'esito delle attività governative sia positivo anche per ridare cittadini quella fiducia nelle istituzioni che molto spesso è venuta meno.
Ma, ciò che desta perplessità è constatare che l'opposizione al governo nazionale sembra non essere nella condizione di svolgere la sua funzione di controllo e alternativa alla maggioranza. Infatti l'espressione del Pd è stata più rivolta a lagnarsi verso la nuova compagine di governo anziché presentarsi con progettualità alternativa a quella stessa maggioranza. Non solo, l'opposizione mostra mancanza di omogeneità al suo interno indebolendola sia per credibilità politica sia per capacità di proposta. E, com'è risaputo, quando l'opposizione è fragile, quasi inesistente, viene meno la democrazia causando la mancanza di una alternanza.
Anche qui in Regione c'è un'opposizione frastornata, un pugile suonato incapace di reagire dopo che il suo candidato alla Presidenza è stato sbattuto al tappeto più che doppiato dal suo antagonista Massimiliano Fedriga. Oltretutto con Pd regionale molto diviso che ancora non si rende conto di aver perso le elezioni e che, imperterrito, continua ad auto elogiarsi per il suo buon governo della trascorsa legislatura.
Un Pd che non fa o non sa fare opposizione come dovrebbe presentandosi come alternativa concreta alla maggioranza. Ma, per farlo, dovrebbe avere ciò che sembra non avere: credibilità, compattezza e, specialmente, un programma alternativo per lo sviluppo della regione.
Quella stessa Regione che hanno lasciato con molto meno autonomia, senza quattrini per il demenziale accordo di Serracchiani-Padoan, per i buchi finanziari della sanità, per lo sconquasso dell'organizzazione del personale regionale e per le profonde rotture territoriali causate da riforme spregiudicate come quelle relative all'abolizione delle provincie sostituite con numerosissime unita territoriali locali molto costose e altrettanto inutili.
Ma, ciò nonostante, l'opposizione piddina continua a dire che non vede nel programma dell'attuale maggioranza un progetto di futuro della Regione. Anzi, il Pd rivendica di aver lasciato una eredità positiva e tangibile. È proprio vero, sembra come un pugile suonato che non si rassegna neanche di fronte all'esito elettorale che il popolo sovrano ha inequivocabilmente sancito. Un Pd che non solo non fa opposizione ma che pensa di essere ancora al governo. Proprio non ci siamo!
Lì, 08 giugno 2018