Sarebbe fin troppo scontato anche se ingeneroso dire che chi di streaming ferisce, di streaming perisce. I 5stelle forse sperano che la gente si sia dimenticata del loro anelito alla trasparenza all’epoca del famoso motto del “vaffa”. Baldanzosamente essi pretesero che le consultazioni per la formazione del governo alle quali erano invitati, si facessero in diretta: allora vedemmo la mole del loro plenipotenziario Vito Crimi, troneggiare da una parte del tavolo; dall’altra il segretario del PD Bersani, quasi a pregarli a mani giunte ma non corrisposto, di fare l’alleanza con loro. Vedemmo anche il candidato premier Matteo Renzi confrontarsi con Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Un’altra volta, su un palcoscenico più funereo, fu Enrico Letta a farsi riprendere e, come le altre volte, deridere dal popolo penta stellato, in analoga circostanza. Ora, invece, che Di Maio si atteggia a uomo di stato (rigorosamente per questo livello con la “s” minuscola) e Zingaretti deve condurre una trattativa che non vorrebbe risolvere positivamente per non soccombere al rivale Renzi, di streaming non si parla più, anzi non sappiamo neppure se e quando Di Maio si incontri con Zingaretti e, forse, anche, quasi contemporaneamente, con Salvini.
Ipocrisia per ipocrisia, dopo la stagione delle balorde votazioni sulla piattaforma rousseau che non si è mai capito bene come venissero concluse o, come molti pensano, manipolate, le trattative sono coperte dal più stretto segreto, neanche che ne andasse di mezzo la sicurezza dello Stato. Ma il segreto serve oggi a coprire i maneggi inconfessabili di questa sciagurata ed impreparata classe di politici anzi di parvenu della politica, in streaming e sui blog; serve a coprire gli intrallazzi sulle poltrone, sui privilegi, sul potere e, forse, su altro che ignoriamo ma che accomunano PD e 5stelle.
Oggi, i 5stelle non hanno interesse alla tanto decantata trasparenza , vivono nel segreto dei conciliaboli e sono sempre più tracotanti nel respingere la schiera di giornalisti che, disperati, sono costretti dagli editori ad inseguirli per carpire loro il segreto, o meglio l’insulsa dichiarazione del momento.
Ma sin quando dura, tutto questo serve a far vedere e dire ai figli il famoso” guarda quanto è bello a papà tuo ..” ovvero a dimostrare alla fidanzata o alla cubista di turno tutta la propria potenza. Naturalmente quando si viene dal niente, una volta passata la sbornia resterà solo il mal di testa e la delusione per l’abbandono che li circonderà, impossibile da sopportare dopo tanti onori.
Ma chi paga è il Paese, la gente che studia, lavora e si sacrifica veramente. Il problema è invece che, nessuno di loro pagherà per i disastri fatti, economici e quindi quantificabili e quelli morali ,non pesabili. Come non sono stati chiamati a pagare i premier di questi ultimi anni che ci hanno ridotto in questa condizione, anzi adesso qualcuno si sta riciclando alla grande nonostante tutto.
Eppure in certi paesi i politici pagano oltre che con la bocciatura alle elezioni, il che è il meno, anche con il portafoglio. Da noi c’è sempre qualche lauta consulenza per evitare il ritorno all’originario mestiere.
Agosto 26, 2019