Gli smottamenti in politica sono sempre stati e sempre ci saranno. Anche i grandi bastioni alla fine cedono. I regimi giungono e vanno; le idee affollano e poi dileguano e le prospettive una volta varcata la soglia dello Zenit irresistibilmente tornano verso il declino.
Forza Italia resterà nella nostra storia un partito importantissimo per più di un ventennio. Dal 1994 al 2012 è rimasto in cima a giocarsela sempre con avversari più o meno alla pari. Ma da quest’ultima data è andato via via scivolando fino ai giorni nostri, in cui il consenso sembra ormai ridotto a poca cosa.
Essendo un partito del leader, un partito completamente in mano “a un proprietario” ed essendo quest’ultimo particolarmente graziato dal tempo, ma inutile, per quanto si voglia, nessuno mette nel sacco quell’insensibile flusso, la scaltrezza che lo contraddistingueva è già in larga parte appannata.
I “regnati”, pertanto, stanno cercando di comprendere “che fare”. In sostanza, dove potare la propria valigia. Anche qui in Regione sembra ormai imminente uno sbriciolamento di quella significativa compagine politica. Potrei citare esempi per dimostrare quali siano gli indirizzi di cambio di casacca. Farei in questo modo però torto alla vostra fantasia, perché difficilmente costoro busserebbero alla porta di fratelli d’Italia: troppo marcatamente di destra; toglierei qualsiasi intenzione intesa a volgere lo sguardo nelle terre da sempre considerate avverse; non resta, inevitabilmente, che accasarsi nella comoda imbarcazione del Lombardo. Quello imperiosamente al comando delle truppe gagliardamente indirizzate a contrastare il governo nazionale.
In Regione Fvg, come dicevo, sintomi in tal senso ormai si sprecano e lo sparuto gruppo dei rappresentanti del Cavaliere, cercano salva condotti adatti a costudire le loro speranze.
Però, non crederanno che chi li accoglierà, non avrà la massima cura di offrir loro posti comunque all’ombra di chi da tempo regge le sorti di quel vascello. Perché, almeno così si sente e qualcuno persino lo bisbiglia con gradevole sorriso tra le labbra, che il bene intenzionato lasci all’entrata il desiderio di mettersi a comando di chi gentilmente dovesse ospitarlo.
Strana fantasia coltiva costui. Al più, gli sarà concesso di mettersi in platea e, forse, per generosità di chi sta in vetta, nel mezzo della truppa; per sentire nuovamente il profumo della battaglia, stando gomito a gomito con con chi si mette al fronte e lascia ad altri il compito di disegnare la cartina dello scontro.
Dico questo, non perché questo pensiero sia una cosa di buon senso teorico, no, no, lo scrivo perché qualcuno me lo ha suggerito. Non un suggeritore qualsiasi, non avrei per nulla bisogno, ma uno che soggiorna proprio da quelle parti. In sostanza, qualcuno che vuole far capire sin da ora, che i destini sono segnati e chi dovesse, con la sua presenza infoltire le schiere della Lega, dovrà dovrà accontentarsi di quel che il convento magnanimamente concede. Oh, non fatemi scrivere nome e cognome! Non ne avete bisogno, no? Tutti quanti siamo esperti e scartabellando la storia di ciascuno, possiamo facilmente comprendere chi sia nel tempo andato da una porta all’altra con non chalance, avendo cura, soprattutto, di badare al proprio tornaconto, che all’idea per la quale si batteva di par suo.
Può darsi che, annusando l’aria, non faccia quel passo senza precise garanzie, così il futuro, magari già quello prossimo, lo vedrebbe ulteriormente immiserito di possibilità e di potere.
Gennaio 19, 2020