Acqua: Fontanini espropria i Sindaci
La Giunta Regionale licenzia un altro DDL pasticciato riguardante la delicata materia della riforma del servizio idrico, la cui gestione vuole essere tolta ai Comuni per essere affidata alle Province.
Innanzitutto va segnalato che tale soluzione proposta dalla Giunta non è giuridicamente attuabile per una serie di aspetti tecnici e operativi.
In primo luogo le reti e gli impianti sono di proprietà dei Comuni; se sarà quindi la Provincia l’ente pubblico che provvederà all’affidamento del servizio, essa, in quanto non proprietaria, non potrà giuridicamente concedere in comodato d’uso tali beni al soggetto affidatario del servizio, cioè alla società di gestione.
ll secondo punto evidenziato è che il DDL proposto non tiene conto degli esiti referendari di giugno che consentono di nuovo gli affidamenti in house.
Se saranno dunque le Province a fare gli affidamenti, come potranno queste affidare in house se non sono proprietarie delle reti e degli impianti?
Inoltre, tale proposta non tiene conto degli affidamenti già fatti dagli ATO ai soggetti gestori: in mancanza di una norma di salvaguardia, tali affidamenti rischiano di decadere poiché le Province dovranno procedere, entro precise scadenze, all’approvazione dei nuovi affidamenti.
Ciò comporterà non solo un inutile perdita di tempo, ma soprattutto produrrà notevoli danni economici alle società in house già affidatarie da parte degli ATO (es. Gea, Sistema Ambiente, Irisacqua ecc…) e ai proprietari di tali società, cioè i Comuni.
Terzo aspetto: nulla viene detto quanto al nuovo assetto organizzativo da dare all’ATO interregionale del Lemene, per il quale regna grande incertezza. Una soluzione, invece, che realmente garantisce ai comuni di conservare tutte le competenze primarie nelle strategie complessive del servizio idrico integrato è quella seguita dalla vicina Regione Veneto: qui, infatti, agli ATO subentreranno i "Consigli di bacino", costituiti esclusivamente da comuni senza la presenza delle province, che rimangono invece escluse dal servizio idrico.
Il gruppo Pd fa notare che, in un momento in cui si parla a livello Nazionale di abolire tutte le Province, in Friuli Venezia Giulia, per accontentare le richieste dell’Assessore Fontanini e della Lega Nord, si vuole a tutti i costi attribuire loro nuove competenze in materia di servizio idrico, nonostante le problematiche giuridiche anche legate all’aspetto delicato degli affidamentiE ancor di più, in tempi in cui diffusamente si discute di costi della politica, l’Assessore all’Ambiente Ciriani, anziché pensare alla ristrutturazione dell’attuale composizione degli ATO in FVG, si limita a mantenere una posizione meramente conservatrice.
La proposta del gruppo Pd invece è stata quella di una drastica riduzione del numero degli ATO da 4 a 1, con la costituzione di un unico ATO Regionale.
Infine, va rilevato che su tale DDL della Giunta non c’è stato alcun assenso da parte dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che nel corso dell’ultimo direttivo ha evidenziato un forte disappunto nei confronti di un possibile trasferimento di competenze in materia di servizio idrico a favore delle Province.
Trieste, 14 settembre 201