Finita la politica prima casa!
Con l’approvazione della legge finanziaria per il 2012 sono stati modificati i criteri di accesso ai contributi prima casa, ai quali dovranno adeguarsi i cittadini interessati.
Modifica che in buona parte è condivisibile come, per esempio, la riduzione della superficie abitabile rispetto alla precedente norma molto più estesa, ma non accettabile quella riferita all’obbligo da parte del cittadino interessato di dover ricorrere a operazioni creditizie d’importo non inferiore alla metà della spesa per l’acquisto, costruzione o ristrutturazione dell’abitazione, pena l’inammissibilità della domanda.
E’ evidente che tale imposizione ridurrà il numero delle domande e provocherà una vera e propria “disfatta” della politica della casa, da sempre punto d’orgoglio della Regione FVG.
Ciò comporterà una forte penalizzazione per le famiglie e le persone che intendevano investire sul bene casa e che, con ogni probabilità, rinunceranno all’impresa, causando un grave danno all’economia, con il conseguente calo del PIL regionale e un minor gettito nelle casse della Regione.
Tutto ciò avviene perché la Regione pretende dal cittadino il mutuo bancario che però, com’è noto, non viene concesso dal sistema creditizio per mancanza di liquidità.
E quindi, niente sostegno dalla Regione, perché Riccardo Riccardi, l’Assessore competente, ritiene che, se i genitori o i nonni aiutano finanziariamente i propri figli e nipoti, essi non abbiano bisogno del contributo regionale.
Questo tipo di politica certamente penalizza molto i giovani, i cosiddetti “bamboccioni”, che in questi anni sono aumentati: per loro nessuna iniziativa di aiuto, nessun incentivo, e con la crisi, come sottolinea il rapporto dell’Istat ( 60% dei giovani tra i 19 e i 34 anni e il 90% degli under 24 vive ancora con i genitori ), il fenomeno rischia di crescere a dismisura.
E proprio in un momento così difficile per tutte le famiglie con figli a carico, l’Assessore Riccardi, anziché pensare a interventi per facilitare i giovani a trovare un’abitazione che sia in misura con il loro reddito, toglie loro il sostegno e una concreta possibilità di indipendenza e di prospettive per il futuro.
Ed è per questa ragione che, tenuto conto anche del vincolo del mutuo bancario, la Regione non erogherà più alcun finanziamento e, con buona pace di tutti, si decreterà la fine della politica della casa e delle giovani famiglie.
E anche le imprese edili e tutto l’indotto del settore, già fortemente provato dalla crisi, ringraziano sentitamente l’Assessore Riccardi.
Trieste, 31 dicembre 2011