La Regione ha bisogno di progetti, non di chiacchiere!
Tondo continua a promettere riforme per un FVG moderno, che puntualmente cadono nel vuoto. Non sono ad esempio state realizzate le politiche di semplificazione e di sburocratizzazione che da sempre sono richieste dai cittadini e dal mondo economico.
E il risultato è pressoché la paralisi delle erogazioni contributive per le aziende, costrette ad aspettare tempi incompatibili con la velocità dei mercati.
L’ammodernamento del sistema delle autonomie locali, inoltre, sconta un ritardo clamoroso, e la mancanza d’idee ha portato Tondo a demandare la decisione, se mantenere in vita o meno le Provincie, a un costoso referendum popolare.
Sulla sanità, abbondano le chiacchiere, che dopo quattro anni di governo hanno causato l’indebolimento del sistema, costringendo Tondo, con buona pace di Kosic, ad assumere a sè la delega del comparto.
Ora, promette di nuovo una riforma sanitaria salvifica, ma a tempo scaduto, stante l’imminente conclusione della sua legislatura.
Poiché Tondo dichiara di aver trovato un enorme debito, vantandosi di averlo diminuito, è bene si sappia che tale situazione è frutto d’investimenti che la Regione ha fatto negli anni per il territorio, per il sociale, per la casa e per l’economia.
Il merito dello sviluppo economico conseguito è dunque da ascrivere al cinquanta per cento anche a Tondo, che nella legislatura 1998/2003 governava la Regione, ricorrendo a piene mani al mercato finanziario.
L’essere riuscito a ridurre le rate di ammortamento dei mutui contratti nel passato, pagandoli, compresi i suoi, non è certo un merito, ma semplicemente un obbligo contrattuale della Regione.
Tondo in questa legislatura non è stato in grado ad adottare politiche di crescita, preferendo promesse che nulla di positivo hanno portato alla Regione FVG.
Ha preferito guardare al contingente più impegnato, cercando di salvaguardare la sua maggioranza e accettando i frequenti ricatti leghisti, che più volte l’hanno costretto ad approvare provvedimenti legislativi che sono stati puntualmente bocciati dal governo nazionale, per palese incostituzionalità.
E tutto ció anziché operare per rendere la nostra Regione moderna e capace di affrontare le nuove sfide del mondo globalizzato.
Il risultato delle politiche di Tondo è evidentemente insufficiente, anche sul piano del mantenimento dell’autonomia regionale, che sempre più perde potenzialità, anche causa l’incapacità di collegamenti con i diversi governi nazionali.
Ma, d’altra parte, tutto ciò è lamentato non solo dall’opposizione, ma anche da autorevoli e sempre più frequenti esponenti politici del centrodestra stesso.
Trieste, 4 marzo 2012