A Tondo avevamo ripetutamente detto di non firmare l’accordo capestro con l’allora Ministro Tremonti, quello con il quale impegnava la Regione FVG a pagare ben 370 milioni annui per il fondo perequativo di un federalismo fiscale mai nato. Ci avesse ascoltato, ora non si troverebbe nelle pesti nere con la trattativa che finalmente ha avviato col Governo Monti. Si fosse infatti a tempo debito imposto di non accettare il ricatto romano, oggi si sarebbe trovato con un bilancio regionale molto meno gravato dalle minori entrate, e quindi nelle condizioni di avviare una politica per la crescita del nostro territorio. Ci spiace inoltre dover prendere atto che Tondo ripeta la solita litania del voler fare le riforme, senza accorgersi di essere arrivato a fine legislatura e, quindi, di non avere più tempo a disposizione per farle. E di ciò siamo veramente rammaricati, perché questa Regione, che un tempo era davvero più autonoma e speciale, ora non solo rischia di perdere quelle poche peculiarità che le sono rimaste, ma si trova anche nella condizione di arretratezza sul piano dell’ammodernamento dei suoi strumenti legislativi non più adeguati ai nuovi e impellenti bisogni della società, oggi più che mai profondamente cambiata. Il rimprovero che ci sentiamo di rivolgere a Tondo e alla sua maggioranza è quello di non aver mai ascoltato i suggerimenti che il gruppo PD ha più volte esposto in tema di necessità di sburocratizzazione delle procedure amministrative, semplificandole sulla base delle accorate richieste del mondo imprenditoriale, soffocato dai lacci e laccioli di una legislazione superata. Tondo avrebbe dovuto partecipare ai processi evolutivi della Regione FVG con il livello Nazionale per una crescita qualitativa, con una rete infrastrutturale e logistica forte, condizione essenziale per sviluppare l’economia del nostro territorio. Ma mai siamo stati ascoltati, a causa dell’arroganza politica e della presunzione del centrodestra di poter fare senza l’aiuto economico del livello Nazionale. Il risultato è quello che tutti possono costatare: infrastrutture ferme al palo, ancorché iniziate, con il loro costo tutto a carico dei cittadini. Ci stupisce inoltre la certezza che Tondo nutre nei confronti dell'affidabilità politica della Lega Nord nel contesto dell'alleanza di centrodestra. Sembra quasi che non sia accorto che la Lega ha già abbandonato l’alleanza a livello Nazionale, nella vicina Regione Veneto ha già estratto lascia di guerra, e in FVG ha annunciato la decisione che alle prossime imminenti elezioni amministrative si presenterà da sola in tutti i Comuni che andranno al rinnovo. Evidentemente Tondo pensa di vivere in un sogno tutto suo, non accorgendosi che con l’avvento del Governo Monti è cambiato lo scenario politico nazionale e che, di conseguenza, il FVG non sarà la mosca bianca!
Trieste, 05 febbraio 2012
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