LA PERDITA DI AUTOREVOLEZZA POLITICA E' CAUSA DEL DECLINO!
La provincia di Pordenone registra una condizione di isolamento politico e istituzionale che ha provocato gravi problemi sul piano delle infrastrutture viarie che delle strutture pubbliche.
Gli esempi sono numerosi, basta ricordare le tristi vicende dell'ospedale, del carcere, del centro scolastico, della Cimpello-Gemona, della circonvallazione sud di Pordenone, del ponte sul Meduna e tante altre ancora. Interventi che, a oggi, per almeno una gran parte, avrebbero potuto già essere realizzati.
Se la politica avesse saputo fare il suo mestiere è chiaro che il territorio pordenonese ne avrebbe guadagnato sia sul piano economico, sia su quello culturale dando un impulso non indifferente allo sviluppo.
Invece, abbiamo assistito a un continuo conflitto fra le diverse forze politiche in campo e, ancor di più, a un contrasto fra uomini dello stesso partito, che hanno anteposto al cosiddetto bene comune la loro voglia di apparire.
Nel frattempo, gli altri territori della nostra Regione ne hanno beneficiato sia finanziariamente che politicamente, rafforzando i loro progetti di sviluppo approfittando dei conflitti presenti nella provincia di Pordenone.
Il risultato desolante per il nostro territorio è sotto gli occhi di tutti con l'aggravante che la crisi economica non consentirà di recuperare il terreno perduto in questi ultimi anni.
Ma, come non bastasse, in questi giorni si sono aggiunti altri problemi come quello del carcere di Pordenone che sembra definitivamente doversi realizzare a San Vito al Tagliamento e non più in Comina.
Gli strali non si contano più per le proteste scoppiate nelle istituzioni di Pordenone ma anche in molte delle associazioni di rappresentanza della società.
Questa nuova situazione di conflittualità, potrebbe preludere a una nuova situazione d'impasse con il conseguente allungamento dei tempi e un possibile dirottamento dei tanti milioni di euro che il Ministero competente ha stanziato.
Insomma oltre che assistere a una situazione devastante per gli interessi dei cittadini della nostra provincia si dovrà fare i conti con le minori risorse finanziarie che con le quali la Regione dovrà vedersela. Forse non tutti sono consapevoli delle conseguenze negative dei flussi di entrata nelle casse della regione frutto della grave crisi economica che costringeranno a rivedere tutti i piani programmatici di sviluppo.
Sembra che tutto possa essere realizzato limando qua e la i quadri di spesa risalenti a cinque/dieci anni fa delle diverse opere pubbliche da costruire. Purtroppo non é così perché il minor gettito fiscale dovuto alla Regione è molto elevato e il fabbisogno per i comparti della sanità in particolare ma anche di tutti gli altri è tale che, gioco forza, costringerà a definire una visione progettuale sostanzialmente diversa da quella attuale.
Quindi il rischio di perdere anche quel poco che si potrebbe avere, è molto alto e se sul piano politico la confusione continuerà a prevalere grazie all'insipienza dei nostri rappresentanti è evidente che il futuro sarà ricco solo di profonda delusione!
Lì, 20 giugno 2013