Sanità: una riforma mancata!
In questi giorni, il Consiglio regionale ha avviato la discussione del disegno di legge predisposto dalla Giunta in materia di sanità.
Sarebbe un provvedimento importante se i contenuti fossero improntati a realizzare una riforma profonda del comparto per il suo miglior funzionamento sia sul piano dell'efficacia che dell'efficienza. Invece nulla di tutto ciò é previsto!
La legge non fa altro che cancellare la minima riforma sanitaria che alla fine della precedente legislatura era stata approvata dall'assemblea regionale.
Il provvedimento legislativo di Tondo cancellava tre delle sei aziende sanitarie presenti in Regione.
Pur essendo poca cosa rispetto le esigenze effettive, rappresentava almeno un inizio di riforma che, comunque, avrebbe generato qualche risparmio economico-finanziario.
Oggi, invece, il "nuovo" Governo regionale non fa altro che cancellare la mini riforma del centrodestra limitandosi a presentare alcune linee guida che saranno poi assoggettate a un lungo percorso di confronto e condivisione con i vari portatori d'interesse.
Tutto ciò sta a significare che la riforma vera e propria della sanità sarà rinviata all'anno duemila quindici.
Questa strategia che il centrosinistra ha ideato non solo non risolve i problemi ma non fa altro che riportare le lancette del orologio al tempo dell'approvazione del famoso libro verde di Kosic che, pur con tanti limiti e difetti, aveva dei contenuti ben definiti, propedeutici a una riforma dell'organizzazione sanitaria.
Poiché la legge che oggi ha iniziato il suo iter consigliare non fa altro che porre solo i titoli delle linee guida, é facile prevedere che i tempi di approntamento della riforma sanitaria, si dilateranno di molto.
Ma, intanto, nonostante le pessime notizie di ulteriori tagli al bilancio della Regione che arrivano da Roma, si persevera nella volontà di rinviare le scelte per la riforma della sanità che, com'é noto, assorbe più del cinquanta per cento della finanziaria.
Evidentemente chi governa la Regione privilegia le non scelte per la paura di scontentare.
Invece, bisognerebbe scegliere il da farsi per evitare dannosi tagli lineari che creerebbero forti scompensi all'assistenza sanitaria dei cittadini.
Ma, ciò nonostante, nei fatti, il Governo Serracchiani preferisce rinunciare alla riforma della sanità!
Addì, 31 ottobre 2013