Primarie Pd, fonte di conflitti!
Le primarie del Pd stanno per concludersi con la quasi certa vittoria del candidato più gettonato, Matteo Renzi.
La campagna elettorale si è contraddistinta per essere stata un calvario per i tesseramenti gonfiati che hanno svergognato un partito che delle regole ne aveva fatto la sua bandiera.
Anche il dibattito congressuale non é stato molto edificante. Infatti gli antagonisti in lizza hanno più pensato a contrastarsi a colpi di slogans che a delineare un progetto concreto per l'Italia.
Hanno genericamente parlato di “questo Paese” come fosse una cosa estranea ai candidati stessi, anziché parlare del “nostro Paese” facendo diversamente sentire concreta, in questo modo, la volontà di ricercare soluzioni reali per i cittadini.
Ma ora che l'otto dicembre data in cui gli elettori sanciranno un vincitore, si avvicina tutti i nodi verranno al pettine.
Renzi, il probabile nuovo Segretario del Pd, deposte le armi delle parole effimere intrise da slogans elettorali, dovrà rimboccarsi le maniche, sfoderare il progetto per l'Italia e dimostrare di saper essere innanzitutto il Segretario di tutti ma, ancor di più, dimostrare la concretezza che finora non é stato capace di proporre.
Non sarà esaustivo promettere di attuare riforme generiche o scontate come la nuova legge elettorale o il dimezzamento del numero dei parlamentari con la cancellazione dell'attuale bicameralismo.
Dovrà avere forza e determinazione nel salvaguardare l'attuale Governo Letta senza farsi prendere dalla smania di sostituirlo con azioni improntate alla frettolosità per diventare il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri.
Se così non fosse è chiaro che si aprirebbe una stagione di ulteriore difficoltà istituzionale che acuirebbe la gravissima situazione economica con l'ineludibile aumento della inoccupazione e disoccupazione già attestata a livelli inaccettabili.
Primarie del Pd che sinora non promettono nulla di positivo se non la chiamata alle urne di tutto il popolo democratico e di altri cittadini che sottoscritto il documento dei valori del Pd, potranno portare anche il loro contributo per la scelta del suo segretario.
Stante l'elevato livello di conflittualità esistente nel partito della sinistra italiana non è dato sapere quanto riuscirà ancora a stare unito perché le sirene della scissione si fanno sentire significativamente proprio in virtù di una diversa visione della società fra le diverse fazioni presenti nel Pd.
Neanche in Fvg il Pd si distingue dal scialbo dibattito presente nel resto del Paese.
Non c'é molto da segnalare sia sul fronte politico che delle problematiche della Regione. Infatti, la Presidente della Regione non si sente e non si vede in quanto impegnata ovunque a fare campagna elettorale in altre regioni per Renzi.
Oltrettutto, non pare corretto che la Presidente si candidi capolista per le primarie a sostegno di Renzi, venendo meno a un ruolo istituzionale “super partes”.
Addì, 01 dicembre 2013