Rischio deriva sanitaria!
La gestione del comparto sanitario regionale registra per la prima volta una situazione a dir poco preoccupante per gli obiettivi che il governo regionale intende raggiungere in termini di riduzione dei finanziamenti al comparto e di definizione di una nuova organizzazione sanitaria. Quanto ai risparmi che dovrebbero portare a tagli per oltre cento milioni di euro (115 mln), non è sufficiente definire indicazioni generiche per la contrazione dei costi sul personale e farmaci e altro ancora, è infatti necessario che la giunta regionale imposti una chiara linea d'intervento diretta in primis ad assicurare la tutela dei cittadini utenti del servizio sanitario regionale.
L'impressione, invece, è che le direttive della giunta, qualora ci fossero, non siano nella condizione di dare certezze e chiarezza all'azione che le singole Direzioni delle Aziende dovrebbero adottare per garantire una gestione accettabile delle politiche sanitarie.
Purtroppo si deve constatare come la volontà del Governo regionale sia diretta a ricercare più le ragioni dello "scarica barile" sulla dirigenza del comparto sanitario che a fare proposte chiare di come e dove incidere con i tagli che, com'è noto, sono molto consistenti.
Continuare di questo passo operando al buio, perché allo stato attuale non si vede un disegno preciso sia della futura pianificazione che organizzazione della sanità regionale, significa non garantire la continuazione delle prestazioni nel modo positivo nel quale sono state erogate fino a poco tempo fa.
Il problema quindi non è tanto quello di ritenere che le critiche alla sanità regionale siano atteggiamenti demagogici ma, semmai, la preoccupazione che il delicato e complesso sistema possa disgregarsi.
Quindi si rende necessario non più procrastinare nel tempo una strategia per una legge di riforma, evitando di assumere posizioni dilatorie come quella di voler fare un ennesimo piano d'azione o libro verde che dir si voglia , ma agire subito prima che sia troppo tardi perché prima di tutti ci rimetterebbero i cittadini della regione.
Purtroppo siamo sulla strada del non ritorno e lo si nota innanzitutto con il fatto che le strutture sanitarie territoriali e ospedaliere corrono il rischio di andare alla deriva per mancanza di linea politica e indirizzo chiaro da parte della Regione. Ma d'altro canto se qualcuno, anziché occuparsi delle politiche e problemi regionali sta sempre nei palazzi romani..........
Addì, 09 gennaio 2014