Rivedere il servizio idrico integrato!
Il futuro del servizio idrico integrato non sembra poter godere di buona salute. Le condizioni economiche finanziarie con cui sono stati predisposti i piani d'investimento degli ambiti territoriali ottimali hanno messo in luce diverse difficoltà che rendono difficile la loro attuazione.
Le ragioni sono varie, ma la principale é che detti piani non possono reggersi con la tariffa a carico del cittadino utente. Non lo consente il buon senso per un servizio fondamentale come quello della fornitura dell'acqua potabile alle famiglie e in quanto il patrimonio idrico (acquedotto, fognature e depurazione) é e rimane di proprietà dell'ente pubblico, ergo il Comune.
Né gli investimenti del settore possono considerarsi iniziative di sviluppo economico se le autonomie locali, la Regione e lo Stato non intervengono direttamente con proprie risorse considerato che oltre alla proprietà in capo al pubblico, la crisi economica non consente più, in alcun modo, di tassare ulteriormente le famiglie.
Qualora si volesse proseguire nella strada intrapresa in questi ultimi anni, é evidente che il sistema impostato in applicazione della Legge Galli non potrà almeno in parte reggere.
Il risultato é che oltre a non fare gli investimenti programmati per nuove infrastrutture del servizio idrico integrato, non si riuscirà nemmeno a fronteggiare le priorità riguardanti le importanti manutenzioni straordinarie alle reti acquedottistiche dirette a ridurre, meglio eliminare, le notevoli perdite di acqua che si verificano specialmente in quelle più datate.
Una politica lungimirante dovrebbe affrontare il tema in questione per trovare da un lato soluzioni che non impongano altro gravame impositivo sulle famiglie e, dall'altro, per individuare nuovi piani d'intervento con una pianificazione che consenta la realizzazione delle opere d'investimento per una rete idrica, depurativa e fognaria che adegui il sistema sia sotto il profilo igienico-sanitario sia sul versante della razionalizzazione nell'utilizzo dell'acqua .
Rivedere quindi la legge individuando risorse finanziarie attraverso accantonamenti pluriennali con il concorso del Governo nazionale.
Una impresa certamente non facile ma che rappresenta una sfida che la politica non può ignorare perché importante per la salute dei cittadini e anche per la tutela dei bilanci delle famiglie interessate all'approvvigionamento idrico.
Vincere questa sfida consente alla politica nelle istituzioni di cominciare a recuperare quella credibilità di cui oggi non gode.
Addì, 13 gennaio 2014