Stop alla realizzazione della terza corsia!
Ora é chiaro che l'idea del Ministro Lupi dei pedaggi scontati, creerà seri problemi alla realizzazione dei project financing per l'ammodernamento delle reti autostradali.
Infatti, l' iniziativa di Lupi determinerà' tante difficoltà alle concessionarie del nord Italia sia sotto l'aspetto finanziario per le minori entrate sia per la rivisitazione dei piani finanziari.
Sembra di assistere al generarsi di una situazione che, già complicata, provocherà ulteriore confusione alla gestione della rete autostradale.
È inoltre evidente che la diminuzione delle entrate ,causa il minor costo del pedaggio , costringerà tutte le concessionarie come pure Autovie Venete a rivedere i piani finanziari con la conseguente decurtazione delle progettualità delle opere programmate.
Nella nostra Regione ciò significherà l'eliminazione di alcuni importanti caselli come quello di Alvisopoli (che avrebbe collegato il pordenonese con Bibione) e di Santo Stino di Livenza.
Poiché la cancellazione delle predette opere non sarà sufficiente per assicurare affidabilità al piano finanziario, Autovie Venete procederà anche alla cancellazione di una tratta della terza corsia. Infatti l'intenzione é di arrivare almeno al bivio di Palmanova e quindi potrebbe saltare il quarto lotto (considerato che per il terzo lotto sono in fase di definizione gli aspetti progettuali e quelli di carattere espropriativo).
La conseguenza sarà quella di avere la terza corsia solo nella parte Veneta, oltretutto con l'aggravante che si formerà una strozzatura viaria nell'A4 che creerà forte rallentamento al traffico veicolare che si accinge a raggiungere i Balcani.
Verrebbe da pensare che l'impostazione politica voluta dal Governo nazionale sia stata fatta ad arte con la consapevolezza che da un lato non essendoci più risorse disponibili diventa d'obbligo bloccare la costruzione della rete autostradale ma, dall'altro, che la richiesta di allungare i tempi delle concessioni autostradali potrebbe, come é molto probabile, non ottenere l'assenso della Comunità Europea.
Alla fine questa situazione complicata mette in luce come sia stato maldestramente affrontato il problema e che non sarà possibile porre le aziende nella condizione di competere con adeguatezza e far fronte alla concorrenza globale.
Merita menzione l'inerzia del Governo regionale, segnatamente del responsabile politico per le grandi opere infrastrutturali, che continua a far finta che il problema non esista, forse perché impegnato in altri versanti ma che nulla hanno a che vedere con il nostro territorio.
Addì, 23 gennaio 2014