Non é rinunciabile il diritto alla salute !
Non era mai successo, nel passato, che si tagliassero oltre 120 milioni di euro in un anno alla sanità senza, peraltro, nessun indirizzo politico e di programmazione su dove intervenire con i tagli. Quindi, in Regione si sta profilando una situazione preoccupante tanto da mettere a rischio conquiste sociali che hanno permesso a tutti i cittadini di accedere all’assistenza sanitaria secondo il principio dell’uguaglianza al trattamento.
Un obiettivo perseguito dalla politica italiana e regionale che nel passato ha sapientemente impostato un servizio sanitario, unico nella sua concezione di pianificazione territoriale, capace di rispondere alle esigenze di salute per tutti i cittadini, a partire dai meno abbienti.
Un modello che è stato riconosciuto essere fra i più evoluti al mondo diventando riferimento per altri Paesi europei. Una conquista importante che è stata sempre tutelata e potenziata per migliorare la qualità dei servizi offerti grazie ad un'organizzazione sanitaria improntata all'efficacia.
Ma ora, si profila un futuro preoccupante, soprattutto dopo il manifestarsi di iniziative politiche dirette unicamente a tagliare la spesa sanitaria regionale senza una benché minima strategia. Infatti, nulla s'intravvede all'orizzonte per una riforma che sappia impostare un nuovo sistema che non si limiti ai soli tagli lineari che nulla di positivo possono dare.
Nella nostra Regione di politiche socio-sanitarie non si vede nemmeno l'ombra, ma in compenso si sentono prepotentemente le riduzioni di spesa causa le consistenti minori disponibilità finanziarie a cui è certo ne seguiranno altre di ben maggiore importo.
E pur di fronte alla difficoltà di gestione già lamentata dai diversi portatori d'interesse, il governo regionale si limita a relegare la risposta con un laconico "presenteremo una riforma a fine anno".
I nuovi tagli che il governo nazionale imporrà alla Regione e il silenzio assordante sulla riforma sanitaria regionale, pongono vari interrogativi sul tipo di assistenza sanitaria che si intende garantire ai cittadini.
Il pensiero immediato è cosa succederà ai tanti servizi offerti ai cittadini e, vista la situazione attuale e le dichiarazioni d’intenti di componenti della Giunta, cresce il timore fondato di un colpo di spugna al principio della garanzia di accesso alla salute per tutti.
E, purtroppo, il rischio che ciò accada e' concreto più che mai perché manca un'idea, un disegno e una precisa strategia che sappia contrastare tale evenienza. Ritardare la presentazione di un piano di riforma porta all'acuirsi di una situazione che già oggi risente di forti difficoltà nella gestione della sanità.
Gli operatori sanitari lo stanno già denunciando ma, purtroppo, nulla accade da parte di chi ha responsabilità politiche come il Governo regionale.
Continuare di questo passo, significa creare una nuova realtà sociale nella quale chi ha disponibilità finanziarie potrà utilizzare il servizio sanitario, mentre coloro che ne sono privi non potranno curarsi, penso in modo particolare alle migliaia di anziani.
Quindi, se da parte della Regione non ci sarà un immediato cambio di passo, la nostra sanità farà un balzo indietro nel tempo adeguandosi al modello ingiusto degli Stati Uniti d'America.
Ancor peggio, la Regione sarà la causa della cancellazione di uno dei più importanti diritti: l'assistenza sanitaria uguale per tutti i cittadini. Una conquista alla quale non si può assolutamente rinunciare perchè la nostra salute (come il nostro tempo) é risorsa preziosa che purtroppo non riconosciamo e apprezziamo fino a quando non l'abbiamo perduta, o ancor peggio se danneggiata o trascurata a causa della malasanità. Diritto ineludibile, il primo, insostituibile.
Nessuno dovrebbe sfregiarlo: questo gli eletti dovrebbero garantire a tutti i cittadini!
Addì, 12 marzo 2014