A4: UNA SFIDA MOLTO PERICOLOSA !
Se nulla cambia dell'impostazione strategica e organizzativa data dal governo regionale nella precedente legislatura, ciò è dovuto alla irreversibile compromissione che l'opera ha subito con l'imprinting dato dall'allora Commissario Delegato al piano finanziario del 2009 che ha subito un aumento di ben seicento milioni (da 1,7 a 2,3 miliardi di euro) e che ha causato un fortissimo aumento dei pedaggi per consentirne la compatibilità finanziaria.
Ecco la ragione per cui diventa quasi impossibile raddrizzare la rotta per realizzare la terza corsia senza incidere sui bilanci degli utenti che pagano il pedaggio.
Semmai la scommessa é di costruire l'importante infrastruttura riducendo non tanto e solo i costi di realizzo ma quelli dei pedaggi, altrimenti insopportabili, che determinerebbero la fuga del traffico sulla viabilità ordinaria con le conseguenze negative immaginabili.
Quindi, a conti fatti, le ipotesi da perseguire rimangono ben poche se si vuole fare presto e bene evitando che l'autostrada diventi un'opera che non termina mai come la Salerno-Reggio Calabria.
Di conseguenza, o l'attuale Governo regionale riesce a ottenere molti più denari dallo Stato rispetto a quelli che meritevolmente ha già avuto (130 milioni in due annualità), oppure, come opportunamente ha fatto intuire l'amministratore delegato di Autovie Venete, riesce a ottenere la proroga della concessione in scadenza nel 2017.
Percorso quest'ultimo certamente ambizioso ed irto di difficoltà specie in considerazione dei vincoli posti dalle direttive europee.
Altrimenti, l'altra e ultima ipotesi, costringerebbe la società concessionaria a instradarsi verso l'aggregazione di Autovie Venete con altre società autostradali del nord Italia e, in tal caso, grande sarebbe il rischio della svendita della nostra società autostradale senza considerare le gravi ricadute che ne conseguirebbero sul piano industriale e specialmente sul personale.
Bisogna perciò individuare rapidamente la soluzione che eviti il disastro che si verificherebbe qualora il piano finanziario non reggesse alla enorme massa degli investimenti ancora richiesti per il completamento dell'opera nonostante il previsto taglio di duecento milioni di euro.
Addì, 09 maggio 2014