La proposta di riforma delle autonomie locali del Governo Regionale FVG ha innescato un dibattito molto acceso non solo tra Sindaci ma anche tra le diverse articolazioni della società. Una discussione che promette di non sopirsi, anzi, che segnerà l'acuirsi delle attuali preoccupazioni, stante la filosofia che emerge dalla riforma stessa. Infatti non bisogna sottacere che se da un lato il centro-sinistra immagina il governo del territorio improntato con maggior efficienza grazie alla semplificazione procedurale e alla sburocratizzazione, dall'altra, alla prova dei fatti, emerge la moltiplicazione di organismi di governo che, invece, complicheranno la vita ai cittadini con un inevitabile aumento della spesa che cancellerà qualsiasi buon proposito legato alla spending review. E sì, perché le Province di questa Regione, come a livello nazionale, non sono state affatto cancellate, come qualcuno vorrebbe far credere, ma semplicemente trasformate in organismi di secondo grado che hanno mantenuto gli attuali organici del personale e le medesime spese di funzionamento. Quindi ora la Regione, che pare si accinga ad accentrare a se competenze della Provincia, con la nuova riforma in discussione, vuole realizzare un nuovo livello di governo del territorio con la nascita di ben 17 mandamenti a cui attribuire la funzione di organismi intermedi che si occupano di urbanistica, pianificazione e altro ancora. Insomma si vuole complicare la vita agli amministratori locali e ai cittadini, inventando altri livelli istituzionali che si sovrapporranno a quelli esistenti, che avranno bisogno di governi ancorché di secondo grado che certamente comporteranno un nuovo onere finanziario. Diciassette mostriciattoli che condizioneranno l'autonomia dei Comuni che dovranno soccombere alle scelte dei mandamenti stessi. Gli stessi Comuni che, obtorto collo, dovranno mettere a disposizione personale e sedi logistiche per i mandamenti. Evidentemente, tutto ciò, richiede l'esborso di altri denari. Ancora una volta, è il caso di dire che si preferisce l'annuncio delle riforme a un un approfondimento ponderato delle questioni che riguardano i territori così come viene richiesto a gran voce dai Sindaci, dalle associazioni e dalle organizzazioni sindacali, preoccupati del futuro della nostre realtà locali e delle legittime aspettative dei cittadini. Finora, però, è prevalsa solo la foga di preferire l'annuncio alle buone riforme!
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