È uscito il bando per la nomina del prossimo Direttore Generale di ARPA FVG, che il Presidente Serracchiani dovrà incaricare entro il prossimo 28 settembre. C'é da sottolineare, però, che causa il ritardo della decisione giuntale, sarà necessaria una proroga di qualche settimana dell' attuale direzione.
Chi sarà il prescelto? Di sicuro non potrà essere un pensionato, sia esso stato dirigente della pubblica amministrazione oppure abbia avuto cariche politiche, perché la recente legge 115/2014 sulla pubblica amministrazione è stata molto chiara al riguardo.
Non potrà essere nemmeno qualcuno trasferito da una Direzione sanitaria perché l’ambiente è cosa diversa della sanità. È evidente che criticità ambientali spesso sono segnali prodromici a problemi sanitari, ma è anche evidente che dopo il referendum del 1993 si è tracciata la strada da percorrere: entrambi gli ambiti scientifici devono collaborare e colloquiare, ma vanno mantenuti separati per specializzazione, operatività e adempimenti.
Sull’ARPA FVG varrebbe la pena fare una riflessione approfondita a quindici anni dalla sua istituzione e dopo una “rifondazione” avvenuta nel 2009 che però non ha portato i risultati sperati con l'eliminazione delle “specializzazioni per tematica” che erano diventate il riferimento di secondo grado per le strutture dipartimentali. Quella è stata una operazione che ha offuscato i ruoli di centri di eccellenza su tematiche complesse quali quelle delle acque, dei terreni e dell’aria, delle radiazioni come dei rifiuti. Si è operato con provvedimenti spot che hanno indebolito la solidità della organizzazione sino a disorientarne lo stesso personale.
D’altro canto, il tema ambientale non pare essere tra le priorità di questo Governo regionale che non è stato ancora capace di concludere l’iter del Piano di Tutela delle Acque, previsto dal 1999, e che non potrà essere approvato definitivamente prima di fine 2015. Non si ha notizia nemmeno del Piano di Risanamento dei Siti inquinati del Friuli Venezia Giulia datato 1995. Probabilmente si è ritenuto di attendere per verificare l’iter dei SIN, (siti inquinati nazionali), ma probabilmente sarebbe giunta l'ora di agire, considerato che sui SIN di Trieste e della Laguna di Grado e Marano nulla si è ancora ottenuto nemmeno la tanta attesa restituzione agli usi legittimi della parte in Laguna di quel SIN. Ci sarebbe da chiedersi come mai?
Le tematiche ambientali non sono consone alla nuova maggioranza, visto che l’ultimo Rapporto Stato Ambiente del Friuli Venezia Giulia è del 2012 e nessuno ne reclama l’aggiornamento. Forse perché portava pochi numeri e tante, troppe parole.
Neanche su “Servola” si sta facendo chiarezza su come verranno risolti i problemi del risanamento ambientale dell’area. Mentre si sta attendendo che le iniziative della Giunta regionale trovino auspicabile soluzione in merito alla gestione degli impianti e alla possibile integrazione e riconversione dei processi produttivi, non è stata ancora fatta chiarezza su chi e come si interverrà sulle parti a terra e a mare, che rappresentano pesanti eredità da affrontare per la riqualificazione dell’area.
E’ chiaro che la nomina del Direttore generale dell'Arpa non può essere un discorso di carta di identità, né di genere, ma di curriculum e di metodo di lavoro; servono indicatori ambientali, riduzione delle tempistiche di risposta come articolazione e aggiornamento del sistema delle procedure, capacità di assunzione di responsabilità come capacità di decisione. Cioè serve una guida con una esperienza, né settoriale, né tantomeno virtuale, ma di anni attività nelle tematiche ambientali.
La scelta sarà una buona occasione perché dagli annunci si passi alla realizzazione di una svolta capace di incidere nell’innalzamento dell’efficienza-efficacia dell’operato della Agenzia per l’ambiente del Friuli Venezia Giulia.
Addì, 06 settembre 2014