Le tragedie si possono evitare
A pochi anni dalla tragedia che ha colpito Genova, un'altra onda di acqua e fango travolge la città. Un'altra calamità naturale che, oltre ad arrecare danni ingenti alle cose, lascia sul terreno ancora un morto. Una situazione paradossale che mette a nudo le inefficienze del sistema di difesa del suolo delle istituzioni e della protezione civile che in questo caso non ha saputo diramare in tempo utile l'allerta alla popolazione necessaria per difendersi dall'eccezionale evento catastrofico. Ovviamente, davanti al dramma, sono scoppiate le polemiche da parte dei cittadini che, in preda alla disperazione, non vedono prospettive positive per la tutela delle loro vite e delle loro case. Il rischio è che le polemiche siano fine a se stesse, visto che come frequentemente accade, a distanza di poco tempo dall'evento calamitoso, chi ha responsabilità di agire si dimentica dell'accaduto e tutto finisce nel silenzio. Eppure in questo nostro Paese tormentato da mille problemi, si è dimostrato che se c'è impegno, serietà e volontà, si può fare bene e si risolvono molte questioni. Un esempio di protezione civile che funziona lo si è avuto in FVG che, in tante circostanze, ha dimostrato la sua efficienza sia sul versante organizzativo che del suo sistema di volontariato. Il terremoto del 1976 è stato un esempio di ottima ricostruzione grazie allo Stato, Regione e Sindaci che hanno saputo realizzare buone leggi dando una ottima applicazione delle stesse con risultati eccezionali per la ricostruzione e per lo sviluppo del territorio colpito. Lo si è visto anche quando nel 2003 la Val Canale e Canal del Ferro venne colpita da una fortissima alluvione, molto simile a quella di Genova, che provoco' gravi danni e alcuni morti. Oggi c'è da chiedersi perché si da' colpa alla burocrazia, se le opere di sistemazione idrogeologica e idraulica non sono state realizzate a Genova pur avendo a disposizione le risorse finanziarie. Undici anni fa nella Val Canale con disponibili i fondi e le stesse procedure amministrative di intervento urgente, sono state realizzate le opere nei fiumi, torrenti e canali per evitare che, al ripresentarsi di un evento alluvionale, le popolazioni si sentissero riparate e protette dai lavori eseguiti. Fu un' operazione importante che comportò una spesa di quasi cinquecento milioni di euro e vide impegnate tutte le istituzioni con in testa la protezione civile nell'opera di ripristino e ricostruzione. Un lavoro che lasciò il segno per la bontà delle opere costruite , collaudate qualche anno dopo un' altra alluvione dimostrando di difendere in maniera egregia il territorio e la gente che lo vive. Questo per affermare che si può fare se c'è volontà, professionalità e capacità dei responsabili istituzionali di svolgere al meglio il loro compito. Così è stato fatto nelle nostre montagne friulane, ma non solo qui da noi, così si può fare altrove. A Genova ciò che è successo non ha scusanti di alcun genere! Bisogna prevenire con azioni concrete, con fatti reali, essere pronti e all'altezza nel saper utilizzare i soldi disponibili con strumenti amministrativi straordinari per fare subito e bene. Diversamente continueranno a verificarsi quei brutti fatti ed esempi a cui assistiamo impotenti!
Addì, 11 ottobre 2014