Ancora e solo spot!
Le condizioni in cui versa la Regione FVG dovrebbero impensierire e non poco tutti i partiti presenti in Consiglio regionale, siano essi di maggioranza o di opposizione. C'è tanto da preoccuparsi su diversi fronti, a partire dal tema dell'autonomia, della specialità, di una palpabile inefficienza della organizzazione e del personale, solo per citarne alcuni. La grande preoccupazione aumenta se si analizza la carenza di risorse che consentano di approntare una politica di crescita di cui c'è tanto bisogno.
Infatti basta ascoltare l'opinione delle imprese per capire immediatamente che i loro timori nascono dalla costante mancanza di lavoro dovuta al blocco di qualsiasi iniziativa che porti all'attivazione di nuovi cantieri per la realizzazione di opere pubbliche. Poco o nulla si riscontra anche per il settore della prima casa oltre tutto con nuove norme che hanno condizionato l'utilizzo dei scarsi contributi previsti a bilancio. Il tutto si traduce con la demolizione della politica per la casa che nel passato aveva stimolato lo sviluppo. Purtroppo, non si può non sottolineare come siano del tutto inutili,o quanto meno poco rilevanti, le tre riforme volute dal governo regionale: sanità, autonomie locali e rilancia imprese. Provvedimenti che non vanno oltre allo spot elettoralistico in quanto non hanno concretezza e neanche sostanza per poter affermare che con la loro attuazione ci sia la svolta. Anzi, col passare del tempo, l'applicazione delle normative daranno risultati fortemente negativi.
Tanto per fare un esempio, la riforma della sanità non darà migliore efficienza al sistema rendendolo inadeguato alle esigenze del cittadino sia per la parte ospedaliera sia per la prevenzione territoriale e con ricadute negative anche per gli istituti di ricerca scientifica. Come pure la riforma delle autonomie locali che, oltre a creare caos nella organizzazione dei servizi al cittadini, produrrà maggiori costi al sistema. Poco o niente della legge rilancia imprese rimarrà per il mondo dell'economia considerato che sono state riesumate norme di un antico passato da un lato e, dall'altro, per l'evidente mancanza di copertura finanziaria che causerà la non applicazione della normativa. Insomma tante parole ma poca sostanza, come quanto si riscontra nelle politiche finanziarie inesistenti di Friulia che è rimasta senza il becco di un quattrino. Ma l'allarme più forte è quello del futuro della Regione FVG.
Non ci sono garanzie del mantenimento non solo della sua autonomia e specialità ma c'è il rischio concreto della sua cancellazione attraverso quelle politiche che al livello nazionale vengono avanti. Le riforme Costituzionali in corso lo dimostrano come anche il disegno politico del PD riguardante la riduzione del numero delle Regioni che vedrà la nostra Regione destinata a soccombere fino alla sua sparizione. Due anni di legislatura sono già trascorsi e i danni causati dal governo regionale sono palpabili come saranno altresì deleteri quelli che mancano alla fine della legislatura.
La maggioranza di centro sinistra, forte del consenso nazionale, continua imperterrita a non produrre alcun disegno di rilancio della nostra Regione come pure l'opposizione sembra incapace di stimolare il Governo a una politica di crescita. Per queste ragioni, se si continuerà con questa impostazione è fuori discussione che nel 2018 di questa Regione e delle sua capacità di svolgere una politica di qualsiasi genere, rimarrà ben poco!
Addì, 10 marzo 2015