PD regionale in crisi
Come sta accadendo a Roma con il commissario Fabrizio Barca che tenta di leggere la crisi del Pd romano come effetto della contaminazione democristiana, anche nella nostra regione potrebbe essere in atto lo stesso tentativo. Se così fosse, suonerebbe davvero pericoloso perché sarebbe un modo di riscrivere la storia a uso e consumo di qualcuno. Il caso che coinvolge alcuni Consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia la cui provenienza è di area ex Margherita-popolari, è da tempo oggetto di discussione all'interno del massimo organo regionale del Pd.
Il lungo dibattito intervenuto qualche giorno fa nell'ambito della massima assise regionale, dimostra l'emergere dirompente delle varie correnti dormienti del Pd che rivitalizzandosi hanno messo in luce problematiche mai risolte. Le logiche triestine del Pd congiuntamente alle aree di provenienza, si sono scontrate con la Presidente della Regione non solo sul caso alberghi diffusi ma anche sulla gestione del partito che a parere di Serracchiani non è all'altezza della situazione.
Segretario regionale del Pd in conflitto con la Presidente regionale e gli ex Margherita nell'occhio del mirino di quest'ultima in quanto affetti dal “peccato originale”. Molto probabilmente anche la nomina di Rosato a capogruppo del Pd alla Camera dei deputati contrastata fino alla fine da Serracchiani, è un altro motivo di scontro interno. Tutta questa vicenda alla presenza di un convitato di pietra, i bersaniani, forse nell'attesa di potersi in qualche modo inserire nell'ambito della diatriba in corso, magari per lucrare qualche vantaggio politico che consenta loro di uscire dall'isolamento in cui sono stati relegati. Non si sa mai che in questo modo possano tornare a contare!
A questo punto viene da chiedersi se il Pd non sia entrato nella logica di un degrado irreversibile utilizzando un dibattito lunare come quello a cui si assiste che però costituisce di per se qualcosa di deprimente. Con quali rischi? Forse se lo dovrebbero chiedere, prima e più di altri, quei Popolari che hanno concorso a costruire “il partito mai nato” che molti esponenti della sinistra Pd oramai descrivono come tale ma che hanno contribuito a formare la maggioranza in Consiglio regionale. Infine, a fronte di questo scenario politico di evidente conflittualità, è poco dignitoso far finta di non comprendere la gravità dell'operazione allestita con tanta disinvoltura di pensiero e di atteggiamento.
Perché, in Friuli Venezia Giulia il linguaggio della dirigenza Pd si erge a monumento di ambiguità nascoste come quelle che nel 2007 archiviarono la stagione dell'Ulivo. A meno che non si voglia far nascere in Regione qualcosa che assomigli a una nuova via al socialismo. Staremo a vedere!
Addì, 21 giugno 2015