SOLO UNITI SI RISOLVE IL PROBLEMA EPOCALE
Mentre continuano ad arrivare migranti su migranti, profughi su profughi e così via dicendo, anche i più scettici si sono convinti che l'esodo è epocale e che arriveranno milioni di persone nei Paesi della Comunità europea. Eventi che portano le più svariate conseguenze in ambito umano, economico, politico e sociale.
Finora la politica non è stata in grado di gestire adeguatamente il fenomeno se non nella primissima emergenza legata al soccorso dimostrando tutta la sua impotenza ma anche incapacità sul versante della pianificazione e programmazione. Il fatto nelle sue enormi proporzioni mai verificatesi prima d'ora, è destinato ad acuirsi causando situazioni estreme se la politica non interverrà.
Allo stato attuale il silenzio riservato alla situazione desta forte preoccupazione. Poiché non si parla solo di sbarchi dal mare ma anche di ondate via terra, si rende necessario che le istituzioni trovino accordi nell'ambito della comunità europea, l'unica nella condizione di agire concretamente. Gli ultimi eventi di cronaca hanno ancora una volta messo in luce le problematiche che mettono a rischio da un lato la sicurezza delle persone e dall'altro il problema sociale che coinvolge coloro che fuggendo dalla guerra passano per il nostro Paese. Quindi si scuotono questioni morali e umanitarie nonché di diffidenza e ostilità nei confronti di persone di altra etnia e diversa cultura.
In tutti i paese europei si scontrano mentalità a favore o contro le politiche di asilo e di integrazione che cominciano a sfociare in conflitti sociali molto preoccupanti. Si rende perciò necessario creare condizioni di pacifica convivenza attraverso la solidarietà, nel rispetto delle regole dei singoli Paesi ospitanti. E bisogna farlo presto perché nei prossimi anni arriveranno milioni e milioni di migranti che aumenteranno non solo la paura dei nostri cittadini di vedersi privare del loro lavoro ma anche per la perdita della propria identità.
Come fare non è facile ma neanche impossibile e tutto ciò potrà trovare rimedio solo se ci sarà una seria politica di ideazione che sappia prevenire e non limitarsi, come purtroppo accade oggi, a rincorrere i problemi. Non sarà certo bombardando i barconi, come vorrebbe qualche estremista, oppure erigendo muri, a risolvere i problemi, bensì con iniziative diplomatiche che ristabiliscano governi stabili e democratici, nonché attivando iniziative economiche nei paese di provenienza dei profughi. Non basterà che intervenga l'europa (unita e compatta) ma ci vorrà la partecipazione attiva di tutti le grandi potenze. Solo così si può pensare di contrastare questa “terza guerra mondiale!”
Addì, 03 settembre 2015