IN AUTOVIE TUTTO BLOCCATO
La tornata amministrativa in Autovie Venete del Presidente, amministratore delegato e consiglio di amministrazione è arrivata alla sua scadenza. Mancano poche decine di giorni al gong di fine mandato e parrebbe ci siano già in atto preparativi per celebrare i funerali se non di tutti i componenti uscenti, quanto meno per qualcuno. E sì, in quanto ai vertici politici della Regione si ritiene che qualche amministratore uscente sia assolutamente indispensabile alla conduzione della società autostradale. Quindi si è alla ricerca di qualche escamotage che aggiri la normativa vigente che impedisce ai pensionati la loro nomina o riconferma nella carica di amministratore di partecipate pubbliche.
Corre altresì voce che qualora ci fosse una soluzione in tal senso, non tutti gli amministratori uscenti sarebbero riconfermati facendo un distinguo tra i meritevoli e non. Da qui, in questi giorni, si notano fra gli amministratori, facce scure e facce sorridenti con il conseguente impasse operativo di Autovie! Certo è che la situazione è molto difficile al punto che per l'attuale amministratore delegato si ipotizza comunque o un ruolo di vice commissario e soggetto attuatore della terza corsia o un ruolo di consulente della commissaria o addirittura della società, tenendo conto che attualmente l'ad ha un appannaggio di 120 mila euro annui più vari gettoni e rimborsi spese. Sarà interessante vedere come si concluderà la complicata questione del rinnovo degli organi societari nella speranza che non si vogliano utilizzare strumenti di proroga che non farebbero altro che allungare il brodo.
Così come sta purtroppo accadendo per la prosecuzione dei lavori della terza corsia (terzo e quarto lotto) fermi da troppo tempo senza voler considerare i problemi di copertura finanziaria ancora irrisolti. E, nonostante le assicurazioni della commissaria straordinaria della terza corsia che presto i lavori riprenderanno, i fatti non depongono nel confermare la veridicità delle sue affermazioni. Basti rammentare che le aggiudicazioni dei lavori risalgono al 2009 e che allo stato attuale non risultano sottoscritti i contratti indispensabili per iniziare concretamente i lavori. Viene da considerare che il fermo lavori sia dovuto a contenzioni, per ora non giuridici, da parte delle imprese che dopo il lungo tempo trascorso dalla aggiudicazione chiedono di rivedere i prezzi e anche per questioni di natura legale-burocratica che impediscono la conclusione degli atti. Fatto sta che i lavori non partono, il tempo scorre inesorabilmente veloce e il contatore dei maggiori costi sale a vista d'occhio, alla faccia delle buone intenzioni della commissaria!
Addì, 30 settembre 2015